Nel nome della semplificazione la Regione Toscana ha modificato la legge Marson del 2014 sull’urbanistica. Il diavolo però sta nei dettagli.
di Sandro Angiolini
La settimana che si chiude ha visto approvare in Consiglio Regionale importanti modifiche alla legge regionale 65/2014 della Toscana (la cosiddetta “legge Marson”). Tra queste l’ampliamento della nozione di ristrutturazione edilizia; la possibilità di comprendere anche interventi di aumento di volumetria degli edifici esistenti; la proroga del piano operativo dei Comuni da tre a cinque anni; il dimezzamento dei tempi di attesa per l’autorizzazione sismica e una generale semplificazione sul rilascio delle autorizzazioni edilizie, basata sul principio del silenzio-assenso.
Non avendo potuto trovare in rete il testo approvato non sono in grado di fare osservazioni puntuali e dettagliate. Data la rilevanza dell’atto per il governo del nostro territorio mi sento tuttavia in grado di ragionare su alcuni principi e valutazioni più generali.
La legge Marson aveva un ottimo approccio e sanissimi obbiettivi: per esempio il contrasto al consumo di suolo, la qualità del paesaggio quotidiano come questione sociale e politica di tutti, la corresponsabilità di Comuni e Regione nel garantire il buon governo. Era però molto complessa come struttura e implementazione ed era già andata incontro a numerose modifiche nel corso degli scorsi anni. Questo non toglie che questi obbiettivi chiave abbiano mantenuto la loro rilevanza e/o valore.
Che ci fosse la necessità di renderla più flessibile per adeguarla ai cambiamenti intercorsi nella normativa nazionale e alle nuove possibilità ed esigenze di tipo tecnico è possibile. E che una maggiore tolleranza nel riutilizzo di volumi esistenti possa dare esiti positivi è altrettanto possibile. Il diavolo però sta nei dettagli.
Un conto è autorizzare un cambio di destinazione d’uso per facilitare recuperi per co-housing o strutture di assistenza per anziani (drammaticamente carenti in Toscana), o per strutture turistiche veramente sostenibili e innovative come forma d’accoglienza. Un altro agevolare l’offerta di nuove camere sotto Airbnb.
Per quanto riguarda il territorio rurale, analogamente, un conto è trasformare edifici esistenti per reali necessità produttive secondo canoni di inserimento ottimale nel paesaggio circostante; un altro è “tirare dritto” limitandosi all’uso di materiali tradizionali, ma con una scarsa visione d’insieme.
Nel complesso non mi convincono, nel dibattito che ha accompagnato la modifica alla legge, tre punti:
– la “semplificazione” generale mi sembra più il riconoscimento della difficoltà della maggior parte dei Comuni nel gestire adeguatamente le pratiche che gli arrivano che una reale innovazione. Purtroppo nessuno ha sostenuto la necessità di investire in questi anni sulla qualità delle risorse umane per fronteggiare queste (prevedibili) esigenze;
– la retorica del “così si fa ripartire il settore edile” è francamente noiosa: contano di più i vari bonus nazionali e l’andamento generale dell’economia che un articolo di una legge regionale. A proposito di superbonus: invece di lanciare uno strumento con incentivi assurdi (110%) che ogni mese cambia norme d’attuazione, non era meglio promuoverne uno più “sensato” (es.85%) su più anni, con regole più certe?
– qualunque sia la legge in vigore, se non se ne controllano bene il funzionamento e gli impatti concreti sul territorio (gli strumenti abbondano…) non si arriva comunque da nessuna “buona” parte. Questo le associazioni ambientaliste e molti tecnici lo hanno capito da tempo: lo capirà anche l’attuale Giunta regionale?
OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
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