Il veterinario del Cruma costretto a praticare l’eutanasia. Gli Amici del Padule di Fucecchio: “Contro il bracconaggio pochi controlli e sanzioni irrisorie”.
MONSUMMANO TERME (Pt) – Specie protette, la strage continua. Dopo l’uccisione di un falco pellegrino avvenuta il mese scorso (leggi qui l’articolo) qualche giorno fa la stessa sorte è toccata a uno sparviero. Nel segnalare l’ennesimo episodio di bracconaggio gli Amici del Padule di Fucecchio per la Biodiversità tornano a chiedere allo Stato e alla Regione Toscana un potenziamento dei controlli e un inasprimento delle sanzioni. Di fronte a reati così gravi nessuno può rimanere, di fatto, impunito.
Questa volta è toccato a uno sparviero, rapace che nidifica in ambienti forestali ma che in inverno frequenta anche aree aperte. Sabato 13 novembre un cittadino di Monsummano ha portato al Centro di Ricerca del Padule di Fucecchio uno sparviero con un’ala spezzata, che aveva recuperato il giorno precedente in località Pozzarello. L’animale è stato preso in consegna da volontari della nostra associazione che lo hanno trasferito al CRUMA (Centro Recupero Uccelli Marini e Acquatici) di Livorno dove il veterinario della struttura ha riscontrato una doppia frattura scomposta al radio e all’ulna, provocata da una fucilata.
Il danno è risultato così grave da non consentire un intervento chirurgico di ricomposizione e da indurre pertanto il veterinario a praticare l’eutanasia.
Soltanto un mese fa, al porto dell’Uggia, a pochi chilometri da dove è stato recuperato lo sparviero, fu recuperato un Falco Pellegrino, anch’esso vittima di una fucilata, che morì il giorno successivo.
Il grave depotenziamento degli organi di controllo è probabilmente una delle cause della ripresa del bracconaggio, fenomeno difficile da stimare nelle sue dimensioni, dato che gli animali recuperati sono solo una piccola percentuale rispetto al totale di quelli abbattuti.
È sconcertante il fatto che laddove vi è stata la possibilità di monitorare i singoli uccelli (ovvero in progetti di conservazione nei quali gli animali sono stati dotati di dispositivi di controllo a distanza) una percentuale molto elevata di questi animali è stata vittima di bracconaggio.
La nostra associazione si batterà affinché la Regione Toscana e lo Stato provvedano a un potenziamento degli organi di controllo e a un inasprimento delle sanzioni. Non è accettabile che per reati così gravi che prevedono una sanzione penale quest’ultima possa essere convertita in una modesta pena pecuniaria e non si provveda nemmeno al ritiro della licenza di caccia!
Amici del Padule di Fucecchio per la Biodiversità
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