Gli Italiani sono tra i popoli più affezionati ai propri animali. Sarebbe bene però dedicare la stessa attenzione alle specie selvatiche. Come faceva San Francesco.
di Sandro Angiolini
Questa settimana mi azzardo a toccare un argomento “sensibile”, che interessa decine di milioni di persone in Italia: il nostro rapporto con gli animali domestici. Ne ero già stato tentato circa due mesi fa dopo aver assistito, in un paesino posto al confine tra Toscana e Umbria, a uno stimolante dibattito tra un noto giornalista e un padre francescano. L’occasione mi è fornita adesso dalla celebrazione della giornata dedicata appunto agli animali che si è tenuta lo scorso 4 ottobre, quando si festeggia San Francesco di Assisi.
Parto da alcuni dati:
– secondo una recente ricerca gli Italiani sono tra i popoli più affezionati ai propri animali: la maggioranza (il 56%) infatti li porta infatti con sé in vacanza (ammesso che trovi strutture turistiche che li accolgano: qui siamo ancora indietro…). Rimane tuttavia da chiedersi cosa ne faccia il restante 44%: li mette in pensione, li affida a un amico compiacente oppure li abbandona? Gli episodi di randagismo canino non sembrano in diminuzione, quindi la preoccupazione è lecita.
– in Italia si spendono annualmente circa 2 miliardi di euro in cibi per animali domestici. Considerando che ve ne sono oltre 60 milioni la somma non è poi così assurda ma suscita lo stesso, secondo me, una riflessione. Quando ero piccolo vedevo che agli animali di casa si davano soprattutto (se non solamente) gli scarti del cibo avanzato dalla cucina. Oggi chiunque entri in un supermercato si può rendere facilmente conto che lo spazio dedicato al “pet food” è grande quasi quanto quello dedicato ai latticini. E soprattutto che i prezzi di alcuni cibi per animali rasentano al kg quelli di una bistecca alla fiorentina. È normale? E da un punto di vista generale, compreso quello ambientale, è sostenibile?
– gli animali domestici svolgono sempre più una sacrosanta funzione sociale e psicologica: in un Paese dove ormai quasi il 40% delle famiglie è costituito da single fanno compagnia e alleviano lo stress derivante dal vivere in una società sempre più complessa. Questo però non significa che li si debba viziare, in vari modi, facendone in pratica degli oggetti da circo. E che non si debba dedicare in maniera analoga un’attenzione simile, se non uguale, alle specie “selvatiche”: uccelli, anfibi, altri mammiferi grandi e piccoli.
Ritengo quest’ultimo punto particolarmente importante. La nostra “coscienza ecologica” complessiva non ha ancora abbracciato, secondo me, la consapevolezza che anche questi animali hanno il nostro stesso diritto di vivere liberi e sani su questa Terra. Così diceva in fondo San Francesco, ma così non ci comportiamo nelle nostre scelte concrete. Per esempio quando le amministrazioni pubbliche dedicano alla conservazione dei parchi e delle aree protette somme irrisorie e quando i media si occupano di essi solo quando occasionalmente fanno danni estremi alle nostre proprietà. È molto più facile comprare al nostro Fido un bocconcino prelibato. Ma così non si cresce…
OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
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