La Regione archivia l’istanza di sviluppo dell’impianto dopo anni di battaglie e manifestazioni e apre nuovi scenari sulla gestione dei rifiuti.
Redazione
SCARLINO (Gr) – La direzione Ambiente ed Energia della Regione Toscana ha da poco inviato una comunicazione ufficiale ai Comuni di Follonica e Scarlino circa l’archiviazione d’ufficio dell’istanza fatta da Scarlino Energia, società gestrice dell’inceneritore della Piana di Scarlino, di effettuare un revamping, ottimizzare e sviluppare l’impianto, facendo di fatto calare il sipario definitivo sull’inceneritore maremmano.
Dopo tanti anni di battaglie legali, manifestazioni di comitati e cittadini e una posizione sempre contraria da parte dei due Comuni “si chiude un capitolo che ha preoccupato fortemente la popolazione di Follonica e Scarlino” dichiarano il sindaco di Follonica Andrea Benini e il sindaco di Scarlino Francesca Travison.
La vicenda può essere letta all’interno del quadro di riferimento del nuovo Piano Rifiuti della Toscana e alla luce dei decreti sull’economia circolare relativi alla Missione 2 del PNRR. “Vogliamo aumentare la raccolta differenziata, incrementare il riciclo di materia e puntare alla riduzione degli scarti anche trasformando gli impianti di trattamento in vere e proprie fabbriche dei materiali” ha dichiarato recentemente l’assessora regionale all’Ambiente Monia Monni“. Aggiungendo che “oltre a questo vogliamo sottrarre rifiuti non riciclabili alle discariche per destinarli a recupero in impianti di economia circolare. In ogni caso nel nuovo corso l’addio alla termovalorizzazione è definitivo. La tecnologia ideale è quella che non fa un filo di fumo, recupera carbonio che raffinato dà vita a metanolo o idrogeno“.
Lo scenario che si apre in Toscana prevede la chiusura degli inceneritori di Livorno e di Montale mentre resterebbero in azione per i prossimi anni quelli di San Zeno ad Arezzo e quello di Poggibonsi. Secondo le ipotesi i nuovi impianti potrebbero essere tre: due tra le province di Firenze, Prato, Pistoia e uno sulla costa.
Gli obiettivi europei impongono comunque una riduzione al 10 per cento del conferimento dei rifiuti urbani in discarica al 2035 e una crescita del riciclo di materia dal 55 al 2025, fino al 65 per cento al 2035. Il Ministero della Transizione ecologica, nel frattempo, ha pubblicato sul proprio sito i decreti ministeriali sull’economia circolare, che confermano essere “esclusi dagli interventi finanziabili attraverso il PNRR gli impianti di smaltimento, di trattamento meccanico biologico e trattamento meccanico della frazione indifferenziata dei rifiuti urbani, gli inceneritori”.
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