Presentato l’annuale rapporto di Legambiente sulla criminalità ambientale. In calo i valori assoluti, Toscana sesta nella classifica nazionale degli ecoreati e prima tra le regioni del centro-nord.
Un’immagine della Toscana tutt’altro che lusinghiera emerge dall’annuale Rapporto Ecomafia di Legambiente, presentato a Firenze il 12 luglio: numeri e storie di corrotti, clan e inquinatori che vedono la nostra regione detenere un poco invidiabile 6° posto nella classifica nazionale (subito dopo le regioni a tradizionale presenza mafiosa: Campania, Calabria, Sicilia, Puglia, Lazio) e mantenere la posizione più alta tra le regioni del centro–nord.
Meno male che in Toscana, come nel resto d’Italia, sono calati i valori assoluti per effetto della legge 68/2015 sugli ecoreati. Ma sono solo i primi passi, c’è ancora molto da fare.
A parlare ancora una volta sono i numeri: 1.722 infrazioni accertate (6,8% sul totale dei reati su scala nazionale).
In linea generale, quest’anno si registra un riflusso nel settore del cemento illegale (scende dal 6 al 7° posto) e in quello del racket degli animali (dall’8° posto al 9°). Rimane sostanzialmente invariato il settore dei rifiuti dove la Toscana mantiene stabile il 6° posto nella classifica generale con il 5,7% sul totale. In negativo peggiorano il settore delle archeomafie e degli incendi dolosi.
Sono questi i primi dati che emergono da Ecomafia 2017 di Legambiente, le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia (Edizioni Ambiente), con la collaborazione e i dati forniti dalle Forze dell’ordine (in particolare Corpo Forestale dello Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza).
Il volume raccoglie i numeri delle illegalità ambientali, quattro nuovi approfondimenti (dedicati allo sfruttamento degli animali da reddito, al mercato degli shopper illegali, alle illegalità nei parchi e alle navi dei veleni) e una serie di best practices promosse da Legambiente; ma soprattutto, anche per questa edizione, Ecomafia 2017 fa il punto sui risultati – calo di illeciti e aumento di arresti e denunce – che si stanno ottenendo in maniera sempre più sistematica grazie ai nuovi strumenti previsti dalla legge sugli ecoreati.
“Da quasi 25 anni, con la redazione del Rapporto Ecomafia, raccontiamo la forza e il potere d’infiltrazione degli ecocriminali nelle più svariate attività produttive – dichiara Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente – Finalmente, all’indomani dell’approvazione e della messa in opera della Legge 68/2015, la musica è cambiata. L’azione di deterrenza si sta facendo sentire in modo sensibile e nei numeri complessivi di quest’anno registriamo un calo complessivo degli ecoreati del 7%. Una buona notizia per la nostra economia e per il futuro del nostro Paese”.
I numeri dell’illegalità
Per quanto riguarda il traffico illecito dei rifiuti la Toscana si conferma al 6°posto con cifre preoccupanti: 324 infrazioni accertate nel 2016, il 5,7% del totale nazionale. Diminuiscono di poco le persone denunciate (431) e gli arresti mentre aumentano i sequestri (99). Su scala provinciale le maggiori criticità nella provincia di Firenze (74 infrazioni accertate), seguita da Livorno (41) e Siena (34).
Nonostante un leggero miglioramento nella classifica di Legambiente, anche nel ciclo del cemento non si riesce a voltare pagina. Il mattone selvaggio è servito in alcuni contesti per spalancare le porte alle ditte in odore di mafia. Quest’anno la Toscana scende nella settima posizione, anche se diminuiscono le infrazioni accertate (da 342 a 222), le persone denunciate (304) e i sequestri (da 106 a 61). Su scala provinciale le maggiori criticità si registrano nella provincia di Livorno (53 infrazioni accertate) seguita da Siena (53) e Firenze (37).
I reati contro gli animali – bracconaggio, commercio illegale di specie protette, allevamenti illegali, pesca di frodo – vedono un notevole miglioramento generale. La Toscana scende al 9° posto della classifica con 249 infrazioni accertate, in diminuzione rispetto all’anno precedente, 249 denunce, 13 sequestri.
Altro anno intenso per le forze dell’ordine, in particolare per i Carabinieri, sul fronte delle cosiddette archeomafie. A presidiare la classifica nazionale come una delle regioni maggiormente colpite dai ladri di opere d’arte insieme al Lazio troviamo proprio la Toscana (2° posto con 79 furti)
Nemmeno sul fronte incendi ci sono buone notizie. La Toscana, infatti, sale in negativo di una posizione dal 6° al 5° posto nella classifica nazionale con 377 infrazioni, 43 denunce e 22 sequestri.
Le proposte di Legambiente
Accanto alla nuova normativa che ha introdotto gli ecoreati nel Codine penale, per Legambiente rimangono ancora molti interventi urgenti da attuare.
Tra le altre proposte: una modalità unica sul territorio nazionale per far confluire le sanzioni che vengono fatte pagare ai responsabili dei reati minori; rendere pienamente operativa la legge che ha riformato il sistema nazionale delle Agenzie per la Protezione dell’Ambiente (le ARPA); una legge che semplifichi l’iter di abbattimento delle costruzioni abusive; approvazione in tempi rapidi del disegno di legge sui delitti contro fauna e flora protette; infine, l’accesso facilitato alla giustizia per le associazioni.
Fonte: Legambiente Toscana
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