L’associazione ambientalista ha selezionato undici impianti italiani da scoprire attraverso una serie di itinerari. Quattro sono in Toscana.
Redazione
Una guida per scoprire dei territori speciali, poco conosciuti e che rappresentano oggi uno dei laboratori più interessanti per la transizione energetica. Sono undici i parchi eolici italiani inseriti da Legambiente nella guida turistica parchidelvento.it, on line da ieri in inglese e in italiano e con una versione stampabile. Quattro di questi parchi sono in Toscana.
L’obiettivo è quello di permettere a tutti di andare a vedere da vicino queste moderne macchine che producono energia dal vento e di approfittarne per conoscere paesaggi bellissimi, fuori dai circuiti turistici più frequentati.
La guida ideata dall’associazione ambientalista descrive undici parchi eolici scelti da Legambiente in sei regioni italiane, ognuno accompagnato da mappe interattive con info sulle caratteristiche degli impianti, sulle bellezze dei territori e sui percorsi che li attraversano, e poi consigli utili su dove dormire, mangiare e quali borghi e luoghi storici e artistici visitare, insieme a storie e aneddoti.
I “Parchi del vento” toscani
Per la Toscana sono stati inseriti nella guida:
– il parco eolico di Carpinaccio a Firenzuola, nel Mugello. Un misterioso pezzetto di terra a nord di Firenze, racchiuso tra le foreste del Casentino, l’Appennino tosco-emiliano e la Piana di Prato, che molti conoscono solo per averlo attraversato velocemente nel tragitto Firenze-Bologna. È invece un paradiso naturalistico tutto da esplorare.
– Il parco eolico di Santa Luce, in provincia di Pisa. Una terra tipicamente toscana dove l’agricoltura si è trasformata in paesaggio urbano e da qualche anno, oltre a oliveti secolari, vigneti e campi di grano, ospita distese di lavanda che trasformano le sue colline in un angolo di Provenza.
– C’è poi il parco eolico Poggi Alti a Scansano, in Maremma. Una terra antica ricca di castelli, paesi medioevali, borghi fortificati e città costruite sulla cima di speroni di tufo.
– E per finire “Il Vento di Zeri” nell’alta Lunigiana. Un’impervia zona di confine tra la Toscana, la Liguria e l’Emilia dove i boschi di castagni salendo di quota lasciano spazio alla faggeta, e anche le identità regionali, così forti altrove, si fanno via via sempre più sfumate.
La sfida: integrare gli impianti nel paesaggio
“I paesaggi italiani sono straordinari per bellezza, storia e diversità ma questa guida dimostra che le rinnovabili possono integrarsi e diventare persino un valore aggiunto di valorizzazione turistica dei territori – spiega Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente e curatore della guida – Gli undici impianti che abbiamo selezionato sono un invito a guardare con curiosità al territorio italiano e a trovare forme innovative di inserimento delle rinnovabili e di coinvolgimento delle comunità locali. Una sfida di grande attualità per il nostro Paese che deve recuperare i ritardi nella diffusione delle rinnovabili e che ci aspettiamo verrà affrontata dal Governo proprio in questa direzione nella revisione e semplificazione delle procedure per i progetti prevista dal PNRR”.
La guida on line realizzata da Legambiente è un work in progress. L’associazione sta selezionando altri impianti in tutta Italia. “Vogliamo dimostrare – aggiunge Zanchini – che la sfida della transizione energetica può essere vinta puntando su un modello di generazione energetica da rinnovabili distribuito che valorizza i territori, attento alle risorse presenti e a rafforzare la coesione economica e sociale delle comunità”.
Le rinnovabili sono le fonti su cui puntare per rendere finalmente il nostro sistema energetico libero da carbone, petrolio e gas che sono la causa dei cambiamenti climatici. E su questo alzi la mano chi non è d’accordo. La sfida è riuscire a integrarle al meglio nel paesaggio, soprattutto in un Paese come l’Italia. Non è facile, ma si può fare.
Quindi… ora è diventato “bello” ciò che concorre ai profitti della speculazione eolica, da sempre partner di Legambiente?
(vedi convenzioni con ANEV…)
Ci stiamo prendendo in giro?
La risposta è sì, visto che si asserisce anche che “il parco eolico di Carpinaccio a Firenzuola, nel Mugello” è “racchiuso tra le foreste del Casentino” ecc.
Il punto del Casentino più vicino al Carpinaccio ne dista più di 40 km in linea d’aria. Calcolato su gugolmaps.
Magari, prima di provare a convincerci che Cristo è morto dal freddo, studiate un po’ di geografia, eh…