Respinto “per totale infondatezza” l’appello contro l’attività estrattiva nelle cave di marmo rispetto a quanto stabilito dal Piano paesaggistico.
Redazione
Dopo che nei giorni scorsi il Consiglio di Stato ha rigettato un ricorso delle associazioni ambientaliste contro l’attività estrattiva nelle cave di marmo sulle Alpi Apuane rispetto a quanto stabilito dal Pit (Piano paesaggistico) della Regione Toscana non sono mancate le reazioni delle associazioni ambientaliste come Salviamo le Apuane e Apuane Libere. L’organo di rilievo costituzionale in sede giurisdizionale si è espresso puntualizzando che “le aree contigue di cava non sono area protetta e che non vi è una lesione dei valori di tutela del paesaggio, dell’ambiente e della salute“.
Gli ambientalisti avevano impugnato prima davanti al Tar, poi davanti al Consiglio di Stato, la delibera regionale di integrazione del Pit laddove consente l’apertura di nuove cave, la riattivazione di cave dismesse e l’ampliamento di cave esistenti nei bacini estrattivi siti nel perimetro del Parco regionale delle Alpi Apuane e in particolare nelle cosiddette aree contigue di cava. Ma la sentenza considera che “le attività di escavazione sono tradizionali della zona e qui svolte da secoli e hanno creato un autonomo rilievo culturale ed identitario, che ne rende logica la protezione e la considerazione normativa“.
Le cave erano rappresentate in giudizio da Henraux Spa, società vecchia di 200 anni con sede a Querceta (Lucca), che parla di “sentenza storica e definitiva che restituisce con assolutezza il valore fondamentale e incontrastabile delle cave di marmo per il sostegno economico alla popolazione locale e per l’importanza della filiera corta senza creare alcun danno ambientale”. La società, in sostanza, ha ottenuto il “rigetto integrale dell’appello per totale infondatezza e condanna alle spese in solido per le associazioni appellanti“.
L’associazione Salviamo le Apuane dalla sua pagina Facebook sottolinea come sia “importante comunque ricordare il valore dei paletti che il Pit pone all’escavazione come un passo avanti nel processo di salvataggio delle Apuane nel tempo. Anche i Pabe (Piani attuativi di bacino estrattivo, introdotti con il Pit), hanno permesso di limitare sostanzialmente i Piani di escavazione dei Comuni marmisti. Le cave comunque non verranno mai chiuse per via giudiziaria ma è necessario operare attraverso la politica e l’economia, ecco perché abbiamo candidato il nostro fondatore Eros Tetti alle regionali”.
“Dovremo tutti convivere con una legge attiva da sei anni – aggiunge Apuane Libere -. Il quadro culturale di riferimento è vecchio di 40 anni, molto lontano dalla realtà di oggi. Le cave non possono ricrescere e non si può comunque ristabilire l’habitat naturale. Ringraziamo le associazioni che hanno combattuto insieme e siamo da subito disponibili ad aiutare per le spese processuali”.
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