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Bocciato l’innalzamento dei limiti 5G, in Toscana il dibattito continua

Bocciato l'innalzamento ai limiti del 5G che puntava ad alzare i limiti dell’elettrosmog in Italia a 61 volt/metro

Non passa l’emendamento di Italia Viva al Dl Recovery che puntava ad alzare i limiti dell’elettrosmog in Italia a 61 volt/metro.

 

Redazione

Le possibili correlazioni negative tra la diffusione delle tecnologie 5G e la salute, presumibilmente causate dal relativo elettrosmog generato, continuano a essere argomento di dibattito dopo che nei giorni scorsi si è concluso con un nulla di fatto l’emendamento, presentato in commissione alla Camera, al Dl Recovery per l’innalzamento dei limiti del 5G. La proposta di modifica – presentata da Italia Viva – chiedeva di alzare i limiti italiani all’elettrosmog (oggi a 6 volt/metro) portandoli a 61 volt/metro e adeguandoli così a quelli di altri Paesi europei.

Alcuni mesi fa, durante un sit-in davanti alla PrefetturaLegambiente Lucca e il movimento Atto Primo – Salute, Ambiente e Cultura avevano denunciato con forza i possibili nessi tra l’esposizione ai campi elettromagnetici e la salute umana: “Le evidenze scientifiche oggi disponibili, come quelle prodotte dall’Istituto Ramazzini e dal National Toxicology Program del dipartimento della Salute americana, dimostrano come tale innalzamento possa concretamente provocare effetti sulla salute dei cittadini, specialmente in età infantile. Chiediamo l’applicazione del principio di precauzione  e di finanziare una ricerca indipendente, epidemiologica e sperimentale, sulle onde millimetriche del 5G a 26 GHz”.

Arpat recentemente ha pubblicato il database e la mappa degli impianti di radiocomunicazione presenti in Toscana (antenne per telefonia mobile, radio e televisioni, nonché ponti radio, sistemi wireless e dispositivi funzionali), analogamente a quanto fanno tutte le agenzie ambientali. A luglio 2021 le postazioni presenti in Toscana sono oltre 8.300, di cui 5.800 per la telefonia mobile (746 per il 5G) e 1.500 per radio e televisioni.

Sul 5G era intervenuto nei giorni scorsi anche Alessandro Capecchi, consigliere regionale di Fratelli d’Italia e vicepresidente della Commissione Territorio e Ambiente: “La legge regionale toscana del 6 ottobre 2011 n.49 assicura che l’esercizio degli impianti muniti di titolo abilitativo si svolga nel rispetto degli obiettivi di qualità, dei limiti di esposizione e dei valori di attenzione, della corretta localizzazione degli impianti, del contenimento dell’inquinamento ambientale derivante dalle emissioni elettromagnetiche. Tra le indicazioni della legge regionale, ad esempio, vi sono anche quelle di non collocare le antenne della telefonia vicino alle scuole e ai luoghi affollati”.

Per Claudio Solito infine, referente del comitato No Wi-Fi Toscana e portavoce della Rete Italia senza Elettrosmog Stop-5G, “quello sul 5G è un dibattito che il mainstream e la politica che governa questo paese considerano innocuo ma già a luglio dello scorso anno era arrivato il decreto legge 76 definito “semplificazione” che tagliava le gambe a quei sindaci che avevano già firmato circa 600 moratorie stop 5G nel tentativo di tutelare la salute dei cittadini, applicando il principio di precauzione previsto dall’ordinamento italiano ed europeo ma totalmente disatteso. La politica ha fatto prevalere gli interessi delle multinazionali delle comunicazioni e dell’energia”.

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