Per ridurre le emissioni dannose il Fondo Monetario Internazionale propone di tassare maggiormente chi inquina di più. Chi l’avrebbe mai detto?
di Sandro Angiolini
Gli economisti non hanno una buona fama negli ultimi tempi, dove per ultimi tempi direi che parliamo almeno a partire dal 2008/2009, cioè dalla più grande crisi economico-finanziaria degli ultimi 100 anni. Soprattutto per due motivi:
– non azzeccano quasi mai le previsioni sul futuro dell’economia;
– mostrano di avere una percezione della realtà assai diversa da quella del cittadino comune.
A onor del vero hanno però diverse attenuanti. Prevedere come andrà l’economia è terribilmente complesso per il grande numero di attori e di variabili in gioco. E poi esiste davvero oggi un “cittadino comune”? O piuttosto ne esistono dozzine di tipi diversi, ognuno con i suoi interessi particolari? Personalmente diffido di chi pretende di rappresentare i desideri del “cittadino medio” o “normale”.
Ma torniamo agli economisti e alla notizia secondo me più importante della settimana sul fronte ambientale. Il Fondo Monetario Internazionale, cioè una delle due istituzioni economiche più importanti al mondo, ha proposto di tassare maggiormente chi inquina di più, al fine di ridurre decisamente le emissioni dannose per il clima (e quindi per noi). Per capirci, prevede di far pagare almeno 75 € a tonnellata di anidride carbonica mentre oggi, sul principale mercato europeo di scambio dei diritti di emissione, non ne costa più di 50. Il ricavato di questa tassa (se la parola si può ancora nominare…) andrebbe ovviamente a progetti in grado di proteggere l’ambiente dal crescente cambiamento climatico e dalle sue nefaste conseguenze (siccità, alluvioni, innalzamento delle temperature, etc).
Collegata a questa importante presa di posizione ce n’è un’altra, altrettanto essenziale per tutelare l’ambiente: l’affermazione secondo cui le cosiddette “tasse transfrontaliere sul contenuto di carbonio” (es. se tu Cina mi esporti beni prodotti usando sostanze fossili più inquinanti io Europa ho il diritto di tassartele di più) sono non solo ammissibili ma consigliabili per ridurre le ineguaglianze tra Paesi e, appunto, combattere più efficacemente il cambiamento climatico.
Sintetizzare questi temi non è uno scherzo ma spero di esserci riuscito. È interessante notare che questo tipo di misure proposte viene a poca distanza dalla risoluzione del G7 di imporre un livello di tassazione minima verso le imprese in tutti i Paesi sviluppati (e non solo). Tutto questo sarebbe stato impensabile fino a pochi mesi fa. È bene perciò seguire il dibattito che inevitabilmente ne seguirà, appoggiando (e se possibile rafforzando) questa linea di pensiero e di azione. Perché ogni tanto anche gli economisti ci azzeccano.
*E dato che parliamo di economia non posso fare a meno di consigliarvi un libro scritto dai premi Nobel del settore nel 2019: “Una buona economia per tempi difficili” (Laterza). Non fatevi spaventare dalle sue 360 pagine, più note e bibliografia: la scrittura è comprensibile a chiunque abbia un diploma e apre notevolmente la mente.
OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
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