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La pandemia spinge il biologico in Toscana: crescono coltivazioni e consumi

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Foto di Silvia Fabbri - archivio Toscana Chianti Ambiente

Le superfici hanno raggiunto i 144 mila ettari. Coldiretti Toscana: contributo importante dall’agricoltura biodinamica.

 

Con l’emergenza Covid sono aumentati i consumi di prodotti bio dell’1,7% in Toscana, una crescita che include i vini rossi come il Chianti Classico DOCG (+1,7%), il Chianti DOCG (+3,8%) e il Toscana IGT (+3,1%) e i bianchi con il Toscana IGP (+0,6%). È quanto afferma la Coldiretti Toscana in riferimento al Disegno di legge sul biologico approvato dal Senato.

Numeri da record

Ma in Toscana crescono anche le superfici biologiche del 4% e gli operatori dello 0,7%. “Un chiaro segnale di quanto sia gli agricoltori che i consumatori credano fortemente nel valore aggiunto delle produzioni biologiche – commenta il presidente di Coldiretti Toscana Fabrizio Filippi. – Ora serve un’azione di informazione mirata ai consumatori per aiutarli a leggere attentamente le etichette e stanare eventuali prodotti tarocchi che non sono italiani né tantomeno biologici”.
In Toscana le superfici biologiche hanno raggiunto 144.000 ettari e gli operatori sono oltre 5.000, con le colture foraggere (30%), cerealicole (17%), viticole (10%) e olivicole (11%) che fanno la parte da leone in termini percentuali.

Tutte le aziende biodinamiche sono certificate biologiche

Un contributo importante per raggiungere questi record è dato anche dall’agricoltura biodinamica. Un metodo produttivo, spiega Coldiretti, di elevato valore ambientale ed economico la cui applicazione consente di ottenere prodotti di eccellenza apprezzati in ogni parte del mondo.
Le aziende biodinamiche infatti, a prescindere dallo specifico disciplinare di produzione, devono rispettare ed essere conformi ai requisiti europei e nazionali dell’agricoltura biologica a partire dal Regolamento europeo 834 del 2007 che cita espressamente i preparati biodinamici e ne consente l’uso nelle norme di produzione regolamentate.

Come spiega Coldiretti, tutte le aziende biodinamiche, utilizzando un chiaro riferimento al termine “bio” in etichetta, termine tutelato dalle norme europee, devono essere certificate prima di tutto ai sensi della normativa comunitaria sul biologico.
Il disciplinare dell’agricoltura biodinamica, anche se richiama alcuni aspetti di chiara derivazione filosofica, prevede delle regole di base di assoluto rigore agronomico – insiste Coldiretti – come la presenza di animali in azienda con l’obiettivo del ciclo chiuso, la cura per la gestione della fertilità del suolo e una manicale attenzione alle lavorazioni dei terreni, l’applicazione rigorosa di rotazioni colturali, la gestione dei patogeni e delle malattie senza ricorso ad input chimici di sintesi. “Si tratta di regole che, prendendo come base il disciplinare europeo per il biologico – conclude Coldiretti – ne valorizzano i principi attraverso prescrizioni specifiche e vincolanti”.

Fonte: Coldiretti Toscana

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