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Dopo 15 anni di attesa è passata in Senato la legge sul biologico

Dopo 15 anni di attesa è passata in Senato la legge sul biologico
Da sinistra Maria Grazia Mammuccini e Susanna Cenni.

Tra le novità il marchio biologico Made in Italy, un fondo per lo sviluppo e la formazione e nuove normative sui controlli.

 

Finalmente, dopo anni d’attesa, è stata approvata oggi in via definitiva dal Senato la legge italiana sull’agricoltura biologica con l’approvazione del disegno di legge n. 988 Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologicoIl testo dovrà ora essere sottoposto all’ultimo passaggio definitivo presso la Camera dei Deputati.

La legge sul biologico giaceva nel limbo dopo che il testo era stato approvato alla Camera nel dicembre del 2018,  e dopo aver collezionato decine di emendamenti che rischiavano di stravolgerla attraverso l’equiparazione dell’agricoltura biologica ad altre forme di agricoltura “sostenibile” prive di qualsiasi riferimento normativo. Le associazioni del biologico, FederBio, Aiab e AssoBiodinamica, avevano denunciato un anno fa che “già in occasione del passaggio dei lavori e della discussione alla Camera le pressioni di alcuni gruppi d’interesse avevano tentato di ostacolare l’approvazione del Ddl“.

“Il Senato ha svolto un lavoro importante: ha introdotto l’articolo sui controlli e delineato le azioni di sostegno al biologico – aveva detto qualche settimana fa Susanna Cenni, vicepresidente commissione Agricoltura della Camera dei Deputati-. Abbiamo previsto un fondo per lo sviluppo del biologico con una dotazione annuale oltre ai contratti di rete tra operatori e il sostegno alla ricerca. Sono previste azioni per la formazione professionale. Non possiamo permetterci di fallire perché i biodistretti sono realtà già affermate nel nostro Paese”.

“La legge sul biologico è uno strumento normativo fondamentale per supportare la transizione agroecologica e permettere di allineare l’Italia agli obiettivi ambiziosi del Green Deal europeo e delle strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030 – ha dichiarato Federbio – che puntano a triplicare la superficie coltivata a biologico e a ridurre del 50% l’uso di pesticidi e antibiotici e del 20% quello dei fertilizzanti entro il 2030″.

Tra gli elementi più significativi la possibilità di registrare il marchio biologico Made in Italy, di istituire distretti biologici che consentano di sviluppare l’agricoltura e l’economia dei territori rurali e di adottare un Piano nazionale per sostenere lo sviluppo del biologico italiano. FederBio giudica positiva anche la delega al Governo per la revisione e razionalizzazione della normativa sui controlli.

Con una superficie agricola utilizzata del 15,8%, contro una media europea del 7,8%, il biologico è l’elemento di punta del sistema agroalimentare italiano. Negli ultimi 10 anni ha fatto registrare trend di crescita a doppia cifra: le superfici bio in Italia, circa 2 milioni di ettari, sono aumentate del 79%, mentre le aziende bio, che attualmente sono oltre 80.000, del 69%.

“Adesso occorre che la Camera approvi in via definitiva il provvedimento in tempi rapidi – ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio-. Questa legge arriva a distanza di poco tempo dall’adozione del Piano d’azione europeo per il biologico, redatto in attuazione della Strategia Farm to Fork, e all’avvio del percorso di stesura del Piano Strategico Nazionale della PAC. L’approvazione della legge può costituire la spinta giusta affinché il Governo metta a punto un Piano d’azione nazionale per il biologico“.

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