“Per sostenere le fasce più disagiate è necessario incentivare il consumo dei prodotti biologici e ricorrere al welfare verde”
Il Covid ha generato una crisi collettiva trasversale senza precedenti dai tempi del dopoguerra, che può trovare risposte nelle esperienze di agricoltura sociale diffuse su tutto il territorio nazionale: per il 52,4% al Nord, il 21,4% al Centro e il 26,2% al Sud, secondo i dati Coldiretti e Campagna Amica. Un nuovo welfare verde che nasce dall’innesto dei percorsi di riabilitazione e reinserimento sociale in attività agricole tradizionali come la coltivazione, l’allevamento, l’agriturismo, le fattorie didattiche e anche le vendite dirette che coinvolgono l’80% delle fattorie sociali, la cui dimensione media raggiunge i 24 ettari, più del triplo delle altre aziende agricole.
Per sostenere le famiglie in difficoltà, gli anziani, i bambini, i disabili e le fasce più disagiate della popolazione travolte dalla crisi generata dall’emergenza sanitaria è scesa in campo la prima rete delle fattorie sociali e biologiche di Coldiretti Toscana, che hanno bisogno di una legge regionale in grado di mettere a sistema i nuovi servizi nelle campagne dove all’aria aperta è più facile il rispetto del distanziamento, sono minori i rischi di contagio ed è garantito il cibo 100% Made in Italy e biologico. E’ quanto afferma Coldiretti Toscana in occasione della presentazione del Pif: Organica Toscana, Rete di agricolture biologiche, etiche e sociali, il progetto integrato di filiera che coinvolge oltre 50 soggetti, tra cui aziende agricole toscane, enti di ricerca e formazione.
In Toscana sono oltre 60 le fattorie impegnate nell’agricoltura sociale, con un aumento di 7 volte dal 2013. Sono oltre 5.000 le famiglie che hanno usufruito dei servizi nati grazie all’impegno sociale degli agricoltori con azioni di aiuto e sostegno a disabili motori e cognitivi, persone con autismo, detenuti ed ex detenuti, minori disagiati o con difficoltà di apprendimento, donne vittime di abusi, anziani, persone con problemi relazionali oppure con dipendenze fino ai disoccupati e agli stranieri.
L’emergenza Covid-19 ha fatto aumentare anche i consumi di prodotti bio dell’1,7% in Toscana. “Cresce il numero delle fattorie sociali, aumentano le superfici biologiche in Toscana del 4% e anche gli operatori dello 0,7%. Un chiaro segnale di quanto sia gli agricoltori che i consumatori credano fortemente nel valore aggiunto dell’agricoltura sostenibile a 360 gradi. Ma è necessario incentivare il consumo dei prodotti biologici e l’agricoltura sociale con un quadro normativo di riferimento che in Toscana ancora manca”, commenta Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana.
Dai primi centri estivi rurali per i bambini agli agriospizi per gli anziani, dalla cura delle dipendenze al reinserimento lavorativo, dall’ortoterapia alla pet therapy, dall’assistenza sanitaria e psicologica all’integrazione culturale, sono solo alcune delle opportunità offerte dal nuovo welfare verde al tempo della pandemia per affiancare il sistema dei servizi pubblici messo sotto pressione. Lo spiega Carmelo Troccoli, direttore nazionale della Fondazione Campagna Amica:“Il percorso terapeutico può essere un filare di vigna, una stalla, la manualità e la cura degli animali”.
Fonte: Coldiretti Toscana
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