Previste alcune misure di emergenza, tra cui 25 pozzi, e opere da realizzare nel medio e lungo periodo. Rossi: “Recuperiamo le migliaia di piccoli invasi pubblici e privati che già esistono”.
Da ottobre a oggi in Toscana sono piovuti almeno 200 millimetri di acqua in meno della media. Un terzo dell’acqua che piove di solito in un anno manca all’appello, e in alcune zone, specie nella Toscana sud, la percentuale sale anche al 50%. E in questo scenario che si colloca l’incontro del 22 giugno convocato dal presidente della Regione Enrico Rossi, al quale hanno partecipato l’autorità idrica e le associazioni agricole. Lo scopo, la predisposizione di un piano straordinario di interventi indirizzato soprattutto alle zone più colpite dalla crisi idrica.
Il piano prevede alcune misure di emergenza (25 pozzi, che dovrebbero entrare in funzione nel giro di qualche settimana e un’opera irrigua per rispondere a un’esigenza immediata per l’agricoltura in Val di Cornia) e una serie di opere da realizzare nel medio e lungo periodo per garantire la risorsa idrica nelle zone con maggiori difficoltà.
Rossi ha annunciato anche di aver inviato al Governo la richiesta di stato d’emergenza nazionale che, se accolta, permetterà di attuare subito gli interventi più urgenti e anche di ottenere le deroghe necessarie per velocizzarne realizzazione.
“Queste situazioni di emergenza idrica – ha detto il presidente – stanno diventando sempre più frequenti a causa del cambiamento climatico e dobbiamo fronteggiarle con azioni che ci garantiscano anche nel futuro. L’ultimo piano da 120 milioni di euro varato nel 2012 a seguito di un’altra crisi idrica (piano di cui l’80% delle opere sono state realizzate e il 15 sono in fase di completamento) ha permesso di attenuare i disagi di questa fase. Così dobbiamo attrezzarci da subito per il futuro. La mia idea è quella di integrare la costruzione di alcune grandi opere con un’azione capillare da attivarsi su tutto il territorio, cercando di recuperare le migliaia di piccoli invasi pubblici e privati che già esistono”.
L’emergenza al momento interessa in maniera più pesante l’agricoltura, soprattutto quella delle zone sud della Toscana, costa e Maremma. I rappresentanti delle categorie agricole hanno denunciato un drammatico calo di produzione (fra il 30 e il 40%) in quasi tutte le colture, dai cereali agli ortaggi, con percentuali ancora maggiori per girasoli e foraggi. Problemi anche per le piante di olivo. E se non piove le percentuali sono destinate a salire.
Per quanto riguarda l’acqua potabile la situazione più critica si registra all’isola d’Elba, nella Val di Cornia, nella Val di Cecina e nelle Apuane, mentre i grandi agglomerati urbani sono protetti dalla presenza degli invasi di Bilancino e Montedoglio, per ora a livelli rassicuranti e migliori di quelli registrati durante l’altra grande siccità del 2012.
In particolare, la diga di Bilancino è a quota 60 milioni di metri cubi su un massimo di 69 milioni disponibili e questo permette per l’area a valle di avere un minimo deflusso vitale dell’Arno in linea con gli ordinari periodi estivi.
Anche le dighe di Levane e La Penna e le dighe sul Serchio sono tutte a livelli adeguati. La diga di Montedoglio si trova a quota 70 milioni di metri cubi su un massimo di 80.
Fonte: Regione Toscana
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