Diritti e Beni Comuni: “Se necessario ci costituiremo parte civile. La cosa che più ci rammarica è che qualcuno si stupisca dell’accaduto”.
PISTOIA – 56 persone denunciate, 53 notizie di reato con circa un milione di euro di sanzioni elevate, 24 sequestri penali di pesticidi fuori legge contenenti sostanze pericolose per la salute umana e l’ambiente. Questi i risultati dell’indagine condotta dai Carabinieri Forestali, partita da Pistoia nel 2018 ed estesa ad altre province (Firenze, Prato, Pisa e Lucca) e regioni italiane. Che ha rivelato una situazione fuori controllo.
“Come associazioni abbiamo sempre portato alla luce, anche con segnalazioni, come molto, troppo spesso il nostro territorio abbia subito e tutt’oggi subisca certe pratiche” rivendicano le associazioni e i comitati di Pistoia riuniti in Diritti e Beni Comuni. Che nell’intervento che segue chiedono anche al sindaco di Pistoia di far ripartire i lavori dell’Osservatorio sul vivaismo.
“Apprendiamo dalla stampa, con molto sconcerto ma poca meraviglia, della raffica di denunce, perquisizioni e sequestri compiuti dal Corpo Carabinieri Forestali relativi alla vendita e all’utilizzo di fitofarmaci non autorizzati. Nel mirino sono finite aziende che rivendono prodotti fitosanitari per l’agricoltura e per il vivaismo e aziende che producono piante ornamentali e da ortofrutta. 56 le persone denunciate di cui non è dato sapere il nome.
Come associazioni abbiamo sempre portato alla luce, anche con segnalazioni – non lo neghiamo- come molto, troppo spesso il nostro territorio abbia subito e tutt’oggi subisca certe pratiche.
Con il Decreto Regionale n. 43 del 2018, infatti, si permette ancora oggi l’uso di fitofarmaci fin sui pozzi di captazione delle acque che servono gli acquedotti. Partendo da questo dato facemmo notare l’errore da matita blu all’assessore regionale all’Ambiente di allora Federica Fratoni specificando che in quel decreto vi erano almeno 5 sostanze che la Regione Toscana permetteva di utilizzare malgrado fossero sostanze bandite dall’Unione Europea da diversi anni perchè cancerogene (Dimetoato).
Questa nostra denuncia portava all’emissione solo un anno e mezzo dopo, esattamente nell’ottobre 2019, di una nuova ordinanza regionale che, sbandierata su Tv e giornali, gridava alla messa al bando del Glifosate e di quelle sostanze che erano bandite da tempo, lasciando però la possibilità di utilizzarne ancora qualcuna non del tutto salutare.
Ora, non stiamo a sentenziare che noi avevamo ragione, anche perché il nostro lavoro non si è mai fermato negli anni e molte altre associazioni ci son venute dietro, ma la cosa che più ci rammarica è leggere certe dichiarazioni sui giornali dove ci si stupisce dell’accaduto, dando la colpa probabilmente a dei protocolli un po’ troppo rigidi.
Beh, crediamo che certe affermazioni si commentino da sole e che offendano tutta quella parte di aziende vivaistiche che lavorano seriamente e con passione, ma soprattutto con rispetto della salute umana.
Il problema c’è, inutile nasconderlo, e noi da anni lo ribadiamo.
A questo punto ci rivolgiamo al sindaco Tomasi affinché sia ripreso il lavoro dell’Osservatorio sul vivaismo, come già richiesto molte e molte volte senza ricevere mai nessuna risposta, già regolamentato, evitando, come accaduto in passato, inutili e partigiane riunioni nelle sedi non istituzionali perché quello che è accaduto, per i cittadini non può e non deve essere sottovalutato o dimenticato.
Con questo, ci costituiremo parte civile, se ce ne fosse bisogno, con l’augurio che la città di Pistoia e il suo polo vivaistico venga riconosciuto nel mondo per i suoi prodotti bio e non per questo scempio. Noi continueremo la nostra azione di vigilanza”.
Diritti e Beni Comuni
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