Si tratta di un Grampo grigio. Soccorso il giorno prima era riuscito a riprendere il largo ma poi non ce l’ha fatta.
MONTE ARGENTARIO (Gr) – Era dal 2015 che non se ne vedeva uno spiaggiato sulle coste toscane. Ieri 9 marzo un raro esemplare di delfino della specie Grampo (Grampus griseus), una femmina adulta lunga circa 3 metri e del peso di 200 chili, si è spiaggiato all’Argentario, località Giannella. Il delfino era già stato avvistato in difficoltà il giorno prima, lunedì 8 marzo, dalla Capitaneria di Porto di Orbetello che aveva allertato il Settore Mare di ARPAT affinchè si attivasse la rete dell’Osservatorio Toscano per la Biodiversità (OTB) della Regione.
La Capitaneria di Porto, i Vigili del Fuoco e i volontari dell’associazione Accademia Mare Ambiente erano intervenuti per tentare di salvare il delfino ancora vivo e fargli riprendere il largo, come testimonia il video di Alessandro Tommasi dell’associazione Accademia Mare Ambiente.
L’animale appariva indebolito ma non mostrava ferite recenti ed era visibile soltanto una vecchia ferita rimarginata sul dorso.
Grazie all’intervento di una squadra di Vigili del Fuoco, specifica l’associazione Accademia Mare Ambiente, “si sono fatti numerosi tentativi per fargli riprendere il largo con l’aiuto di una moto d’acqua e di una barella per il soccorso”. In questi casi, precisano ancora i volontari, è piuttosto raro che le cose vadano bene, tuttavia questo meraviglioso e misterioso cetaceo lunedì 8 marzo aveva ripreso il largo.
Purtroppo il giorno dopo, martedì 9 marzo, il delfino è stato ritrovato spiaggiato senza vita, sempre alla Giannella e recuperato dai biologi dell’Università di Siena che l’hanno trasportato a Livorno per eseguire l’analisi della carcassa con i veterinari dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Pisa, i biologi del Settore Mare di ARPAT e il personale del Museo di Storia Naturale Università di Pisa a Calci.
Nel pomeriggio di ieri 9 marzo è stata effettuata una necroscopia a cura dell’Istituto Zooprofilattico con il campionamento di tutti gli organi e tessuti. Sarà compito in particolare dell’Università di Siena la ricerca di contaminanti come policlorobifenili (PCB), mercurio e pesticidi mentre i biologi del settore Mare di ARPAT analizzaranno il contenuto dello stomaco alla ricerca di eventuali tracce di plastica e altri rifiuti marini.
Ma per avere qualche ipotesi sulle cause di morte dell’animale si dovrà aspettare qualche settimana, quando saranno disponibili i risultati degli esami.
“Questo cetaceo è regolarmente presente nei nostri mari – spiega Arpat – ma è insolito che si avvicini alla costa perché predilige le acque profonde dove si immerge fino a 1000 metri alla ricerca di molluschi cefalopodi”.
Da ottobre 2020 ai primi mesi di quest’anno sono stati recuperati numerosi delfini spiaggiati lungo le coste toscane, per lo più stenelle e tursiopi, mentre l’ultimo Grampo spiaggiato e recuperato risale al 2015.
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