Le risorse dovranno essere spese obbligatoriamente entro il 2025. L’assessore Saccardi: “Tra le novità per le aziende la Certificazione di sostenibilità“.
Dagli incontri tra Regione e le associazioni FederBio e Altragricoltura Bio erano emerse buone prospettive di sviluppo del biologico in Toscana. Ammontano infatti a 312 milioni di euro le risorse europee che la Toscana avrà a disposizione per l’agricoltura nella programmazione 2021-2022, soldi che dovranno essere per forza impegnati entro il 2023 e spesi entro il 2025. Se i termini non saranno rispettati si corre il rischio di incorrere nel disimpegno, cioè nel ritiro delle risorse, che saranno tolte anche dalle programmazioni successive.
“E’ essenziale che la Toscana migliori la sua capacità di spesa in agricoltura, che adesso è sul livello della sufficienza – avverte l’assessore regionale all’Agricoltura e vicepresidente della Toscana Stefania Saccardi.- L’Europa, consapevole che nel mondo l’agricoltura è la seconda causa di inquinamento, ci dà indicazioni stringenti e vincola le sue risorse al sostegno di un’agricoltura che lotta contro il cambiamento climatico, ma come declinare queste risorse è compito della politica, così come è compito dei nostri rappresentanti a tutti i livelli presidiare sui criteri per la ripartizione dei fondi”.
Al biologico saranno destinati 50 milioni all’anno. “Risorse più che raddoppiate rispetto alla programmazione precedente – continua Saccardi – che prevedeva il 20%. Questo, in una terra come la Toscana dove il già il 32% della produzione è biologica, può portare a un vero cambio di passo. Inoltre ho chiesto di inserire una novità, la Certificazione di sostenibilità. Un milione di euro sarà destinato alle aziende che investiranno per fare dei percorsi di miglioramento, ottenendo una certificazione globale che attesti sia la qualità del prodotto che il rispetto dell’ambiente e l’eticità dell’azienda”.
Altro fronte innovativo sul quale saranno investiti almeno 3 milioni di euro è quello della distribuzione del biologico. “Abbiamo molte produzioni biologiche di estrema qualità, ma è necessario aiutarle a stare sul mercato perché a fronte di un sistema della grande distribuzione e delle mense sensibile al biologico e pronto a recepire, manca un collettore, una piattaforma logistica per aiutare la distribuzione e facilitare l’incontro tra la domande e l’offerta”.
Fonte: Regione Toscana
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