Si chiede di prendere una posizione pubblica per fermare l’autorizzazione all’ampliamento di Podere Rota: “Vogliamo un Valdarno di turismo e sostenibilità, non di rifiuti.”
AREZZO – “Vogliamo un Valdarno di turismo e sostenibilità, non di rifiuti”. I sindaci di San Giovanni Valdarno, Cavriglia, Castelfranco Piandiscò, Loro Ciuffenna, Bucine e Laterina Pergine Valdarno hanno inviato una lettera aperta alle associazioni di categoria e alle associazioni ambientaliste. Lo scopo, chiedere a tutti i destinatari “di prendere una posizione pubblica, chiara e netta che rifiuti la prospettiva di ampliamento della discarica di Podere Rota, di partecipare all’inchiesta pubblica autorizzata dalla Regione Toscana e di inviare entro il 20 febbraio, come anche noi faremo, le osservazioni al progetto per fermare l’autorizzazione all’ampliamento”.
Il messaggio inizia con una breve sintesi di ciò che è accaduto in questi ultimi mesi: la CSAI, la società che gestisce la discarica di Podere Rota, il 19 ottobre 2020 ha inviato formale richiesta alla Regione Toscana per ottenere l’autorizzazione ad ampliare il sito destinandolo a discarica per rifiuti speciali non pericolosi. Il progetto, con un investimento di 24 milioni di euro, prevede un allargamento dei volumi attuali pari a 800 mila metri cubi che porterebbe a intensificare il flusso dei rifiuti, provenienti da tutta la Regione e da tutto il territorio nazionale.
Il 21 gennaio scorso la Regione Toscana – Settore Valutazione impatto ambientale, Valutazione ambientale strategica, Opere pubbliche di interesse regionale – ha dato avvio al Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR) nonostante la vicenda relativa alla potenziale contaminazione del sito, messa in evidenza dalla relazione di Arpat Arezzo nel settembre 2020, non fosse ancora stata chiarita.
“Particolare di non poco conto – si legge nella lettera – è che l’ampliamento richiesto va a modificare sostanzialmente la finalità della discarica che da sito di interesse pubblico per i rifiuti urbani diventerà sito di conferimento privato per i rifiuti speciali non pericolosi”. E nonostante il sito ricada nel Comune di Terranuova Bracciolini “tutto andrà nella direzione dell’abitato di San Giovanni Valdarno e con un’estensione temporale che arriverà al 2027 ma che, senza dubbio alcuno, getterà le premesse perché alla data del 2027 si proceda a chiedere ulteriori ampliamenti chissà fino a quando e per quanto tempo ancora”.
Ma il Valdarno negli ultimi cinquant’anni è già stato sede, suo malgrado, di importanti discariche: Santa Lucia, Tegolaia e Podere Rota.
“Adesso – dicono i sindaci – è arrivato il tempo di mantenere fede all’impegno di chiusura della discarica di Podere Rota al 2021 o al completamento dei volumi esistenti, per consentire al nostro territorio di avere una prospettiva diversa e nuova. Come sindaci del Valdarno aretino ci siamo, sin da subito, opposti a questo progetto perché non ci arrendiamo all’idea che il futuro del nostro territorio debba essere di continuare a ospitare grandi discariche per seppellire i rifiuti: ogni giorno cerchiamo, con fatica, di valorizzare il territorio che amministriamo con progetti che lo qualifichino da un punto di vista turistico, artistico e paesaggistico. Ma un’operazione di questo tipo rischia di compromettere pesantemente il nostro e il vostro lavoro in maniera definitiva e irreversibile”.
Nel 2018 infatti è stato costituito l’Ambito Turistico del Valdarno per promuovere progetti in sinergia per tutta la vallata, e nel 2019 è nato anche il Distretto rurale del Valdarno con finalità analoghe nel campo agro alimentare ed enogastronomico. “Come potrà, il nostro territorio, essere attrattivo e competitivo sotto un profilo turistico e agro alimentare se continueremo, negli anni, ad ampliare la discarica di Podere Rota? Quale immagine del Valdarno saremo in grado di ‘esportare’ fuori, oltre i nostri territori, se il progetto di ampliamento riceverà l’autorizzazione richiesta? Le scelte che compiremo adesso, tutti noi, pregiudicheranno in maniera irreversibile il nostro futuro e il futuro delle generazioni che ci saranno dopo di noi”.
La lettera è stata inviata a CNA, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Confindustria, Coldiretti, CIA, Slow Food, Legambiente Valdarno ma l’appello a schierarsi al fianco di istituzioni e cittadini, spiegano i sindaci, è rivolto a tutte le realtà produttive e associative sensibili a questa tematica. “Noi vogliamo un futuro di sostenibilità ambientale per il nostro territorio, vogliamo investire nel turismo d’arte e nel turismo paesaggistico e non possiamo pensare che il Valdarno debba essere destinato, invece, ad accogliere i rifiuti speciali non pericolosi provenienti dalla Toscana e da tutta Italia”.
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