Iniziati ieri a Firenze gli interventi legati agli oneri di urbanizzazione. L’associazione: “La piantumazione di quattro alberelli solo propaganda”.
di Iacopo Ricci
FIRENZE – Partiranno a breve i lavori per la costruzione della nuova Esselunga che sorgerà a Rifredi, tra via del Ponte di Mezzo e via Mariti, al posto degli edifici dell’ex Panificio Militare che saranno completamente abbattuti. Nel frattempo, in contemporanea con i primi interventi legati agli ‘oneri di urbanizzazione’ dovuti dalla società (nuove aree verdi, un parcheggio pubblico, pista ciclabile e altro) si riaccende la discussione sull’opportunità di radere al suolo un edificio storico unico nel suo genere per far posto all’ennesimo centro commerciale.
Il complesso in questione, costruito negli anni Venti del Novecento, è stato usato come Panificio militare fino al 1936 per fornire generi di prima necessità alle strutture militari della città; in seguito è stato adibito a magazzino e rimessa. Dismesso definitivamente alla fine degli anni ’70 è rimasto abbandonato per 50 anni. Finchè il Piano di recupero approvato nel 2019 dal Comune di Firenze ha previsto che al suo posto venisse costruito un supermercato Esselunga con giardini aperti alla cittadinanza, parcheggi e la riqualificazione dell’intero quartiere.
In attesa che comincino i lavori (la direzione Urbanistica sta rilasciando il permesso a costruire) ieri mattina sono stati piantati i primi 10 tigli nella nuova aiuola spartitraffico. “Questa zona è in procinto di assumere una nuova veste grazie agli interventi legati alla realizzazione dell’Esselunga e agli oneri connessi – ha detto l’assessore all’Ambiente e Urbanistica Cecilia Del Re -. L’area assumerà una forte impronta ambientale e sarà resa ancora più efficiente dal punto di vista dei servizi per i residenti grazie a un nuovo ampio parcheggio, pista ciclabile, marciapiedi e strade”. Una trasformazione che riguarderà “non solo l’immobile acquisito da Esselunga e da tempo privo di funzione, ma anche tutto il quartiere circostante”.
Non tutti però sono d’accordo con la bontà dell’operazione a cominciare da Italia Nostra Firenze, che da tempo ha ingaggiato una battaglia per fermare il progetto e lanciato una petizione.
“Mentre si avvicina il giorno della distruzione dell’ex Panificio Militare di Firenze (decisa senza partecipazione alcuna dei cittadini) – tuona l’associazione – alcuni politici non trovano di meglio che farsi fotografare e filmare mentre piantano qualche alberello nell’area che sta per essere sconvolta dalle ruspe. Ci si nasconde dietro un dito, promettendo aree verdi, piste ciclabili, qualità della vita, e intanto il patrimonio architettonico storico di Firenze viene massacrato per far posto all’ennesimo centro commerciale”.
Non ci sarebbe stato nulla da obiettare se il progetto del centro commerciale “avesse incluso il recupero e il riuso dell’esistente come accaduto a tanti altri edifici di interesse storico-architettonico” e invece “si è preferita la strada della tabula rasa”.
[…] Il commento odierno (5 febbraio) di Italia Nostra ospitato nelle pagine di Toscanachiantiambiente.it […]