Farne una banca fortemente qualificata nei settori green potrebbe essere la chiave giusta per traghettarla fuori dalla crisi.
di Sandro Angiolini
Questa settimana mi soffermo su un tema strettamente toscano: la crisi del Monte dei Paschi.
Senza entrare nel merito della sua origine, delle varie colpe e del soggetto bancario che sembra (sottolineo sembra) la stia per assorbire assieme a tutti i suoi ingenti debiti, provo a esporre una modesta, e parzialmente innovativa, riflessione.
Parto da due dati di fatto:
1) a livello mondiale ed europeo i principali orientamenti di politica economica (e anche le principali linee di finanziamento agevolato) di breve-medio-lungo periodo individuano negli investimenti sull’economia verde e circolare uno dei capisaldi su cui impostare lo sviluppo delle nostre società;
2) in Italia non esistono istituti di credito specializzati in questo settore, a differenza di altri Paesi.
La domanda che mi e vi pongo perciò è: perché non fare di MPS una banca fortemente qualificata nei settori della diffusione delle energie rinnovabili, dell’espansione dell’agricoltura biologica, nella creazione di infrastrutture verdi, nel sostegno alle start-up di bioeconomia, ai soggetti che fanno ricerca & innovazione e via dicendo? Esempi del genere sono già disponibili nel mondo anglo-sassone.
Sulla carta il mercato c’è, ed è in forte espansione (e con Biden in carica lo sarà ancora di più). Qualcuno potrebbe sollevare dubbi sulle competenze attuali della banca in tal senso. A parte il fatto che MPS sta già finanziando vari progetti in tali settori, ma con l’abbondanza di giovani neolaureati e/o dottorati in circolazione in Toscana e in Italia questo non mi sembra francamente un ostacolo serio.
Orientare la banca in questo senso potrebbe aprire secondo il mio immodesto parere orizzonti assai interessanti, compresa la possibilità di qualificarsi come soggetto di riferimento privilegiato, in Italia, per i tanti programmi che la Banca Europea per gli Investimenti già gestisce nei settori dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile, in tanti Paesi.
Ah, dimenticavo: ora dobbiamo pensare alla crisi di governo: peccato…
OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
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