Ricerca

Ateneo di Firenze: i batteri rizobi rendono inutili i fertilizzanti chimici

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Prosegue la ricerca nel campo dei fertilizzanti naturali e sui batteri capaci di entrare in simbiosi con le piante e trasformare l’azoto atmosferico in ammonio.

 

FIRENZE – Sono 299 le sostanze inquinanti trovate nelle acque italiane secondo l’ultimo Rapporto nazionale pesticidi nelle acque pubblicato dall’ISPRA a fine dicembre 2020, basato sul monitoraggio svolto nel 2017 e nel 2018 dalle Regioni e dalle Agenzie regionali per la protezione dell’Ambiente. Risultati che non riguardano soltanto le acque superficiali: a essere contaminate sono spesso anche le falde sotterranee. La presenza di pesticidi nell’ambiente e nelle acque è legata in larga parte all’impiego di insetticidi ed erbicidi in agricoltura, in particolare intensiva: un fenomeno che può avere ripercussioni negative sull’ambiente e sugli ecosistemi.

Un aiuto per realizzare un’agricoltura sostenibile può venire dai batteri. Certi tipi di batteri, infatti, detti rizobi, sono in grado di fertilizzare in modo naturale le piante con cui entrano in simbiosi. Trasformano l’azoto atmosferico in ammonio e permettono alle principali leguminose (fagioli, ceci, lenticchie, ma anche erba medica) di crescere in suoli poveri, senza alcun bisogno di fertilizzazione chimica.

Ma non tutti i batteri sono uguali: solo alcuni tipi di rizobi presenti nei terreni hanno una simbiosi efficace con le leguminose. Il perché lo spiega una ricerca pubblicata su mSystems, la rivista della American Association for Microbiology. Lo studio, guidato da Alessio Mengoni, Camilla Fagorzi e Giovanni Bacci del Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze, chiarisce che i geni dei batteri si attivano solo in presenza di alcune varietà di piante. mappare i geni permetterà di selezionare i rizobi più adatti, con il risultato di avere un simbionte su misura e ottenere produzioni agricole a basso impatto ambientale.

Lo studio è stato condotto con il supporto del Laboratorio di Genomica Avanzata grazie ai fondi ricevuti dal Dipartimento di Biologia come dipartimento di eccellenza 2018-2020 selezionato dal Ministero dell’Università e della Ricerca. Si è avvalso anche del sostegno della Fondazione CR Firenze e fa parte del progetto di ricerca MICRO4Legumes (ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali).

Fonte: Università di Firenze

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