Attualità

“A Prato politiche ambientali poco coraggiose”, in un dossier analisi e proposte

emissioni-traffico-inquinamento
Un anno dopo la Dichiarazione di Emergenza Climatica varata dal Comune, Toscana a Sinistra di Prato e i comitati cittadini fanno un bilancio (molto critico) dell’operato dell’amministrazione.

 

Dossier Toscana a SinistraPRATO – Interventi poco incisivi e mancanza di coraggio nelle scelte amministrative. A oltre un anno dalla Dichiarazione di Emergenza Climatica e Ambientale varata dal Consiglio comunale di Prato, è questo a grandi linee il bilancio dell’operato dell’amministrazione secondo il dossier “Prato, un anno nell’emergenza climatica” elaborato da Toscana a Sinistra di Prato con il contributo di sei movimenti e comitati cittadini (Fridays For Future di Prato, Forum Toscano per l’Acqua Pubblica, Atto Primo, Comitato InMezzoAllAutostrada, Comitato In Difesa della Salute/Prato sud e Comitato ambientale di Casale). Il documento, oltre a elencare i principali problemi irrisolti, elabora una serie di proposte concrete.
Pubblichiamo il relativo comunicato di Toscana a Sinistra Prato.

Il dossier

Il dossier che presentiamo vuol fare un bilancio dell’operato dell’amministrazione del Comune di Prato a oltre un anno dalla dalla Dichiarazione di Emergenza Climatica ed Ambientale varata dal Consiglio Comunale di Prato (il 26 settembre 2019).
L’elaborato si compone di sei importanti contributi esterni, realizzati da movimenti e comitati, come: Fridays For Future di Prato, Forum Toscano per l’Acqua Pubblica, Atto Primo, Comitato InMezzoAllAutostrada, Comitato In Difesa della Salute/Prato sud e Comitato ambientale di Casale.

L’intento è quello di coniugare l’approccio di movimenti d’opinione, come quello del gruppo Fridays For Future che apre la rassegna di interventi – riprendendo la propria iniziativa di Dichiarazione d’Emergenza Climatica – con rivendicazioni a livello locale rispetto alla tutela di ambiente e salute.
Le diverse istanze sono state poi approfondite in focus tematici che hanno evidenziato le principali criticità legate alla saturazione elettromagnetica, all’abbattimento arboreo, alla mobilità sostenibile, al consumo di suolo, passando dall’ingolfamento della Piana con nuove ‘grandi opere’ fino alle emissioni inquinati. Fra questi emergono alcuni casi-studio, concentrati particolarmente nelle periferie, come le frazioni di Prato Sud rispetto all’inceneritore di Baciacavallo o all’ampliamento dell’A11; così come interventi urbanistici sulle ciclabili e sull’assetto di viale Montegrappa.

L’approccio autodidatta e aperto a confronti e nuovi interventi serve anche alla valutazione sulla trasparenza della pubblica amministrazione, dove si riscontrano in certi casi carenze e ritardi sugli aggiornamenti dei dati nei siti preposti all’informazione ufficiale – ad esempio sul censimento arboreo, sulle mappature epidemiologiche, sulla misurazione dell’impatto di CO2, sulla realizzazione di ciclabili nel breve periodo, ecc..

I problemi irrisolti

A livello di governance sul piano ambientale si assiste spesso a contraddizioni fra la pianificazione politica e le analisi scientifiche di enti tecnici, specialmente se si estende la visione a un’area come la Piana, fortemente antropizzata, scomposta fra la frammentazione amministrativa e la tendenza all’accentramento decisionale nell’ottica di “area metropolitana”, con un crescente rischio di emarginazione di borghi in fase di spopolamento.

La politica dei grandi appalti, che predilige interessi particolari a scapito dei diritti di tutti, riscontra una convergenza bipartisan fra gli esponenti politici in Consiglio Regionale dove il “partito trasversale degli affari” – rappresentato da PD-FI-FdI-LEGA nell’indifferenza del M5S – per tutta la scorsa legislatura ha proposto maggioranze anomale nell’approvazione di opere autostradali, aeroportuali e non solo; una tendenza riscontrabile già dai primi atti della nuova legislatura con la Giunta Giani, nel solco della continuità alla privatizzazione e alla speculazione su beni comuni.
Emblematico è il caso del servizio idrico, che attende ancora una ripubblicizzazione dal 2011, e va invece nella direzione opposta di una maxi Multiutiliy toscana quotata in borsa.

Sebbene negli ultimi anni l’amministrazione di Prato abbia aggiornato il quadro di strumenti normativi per l’adeguamento delle disposizioni agli standard europei, con piani di azione comunale anche su mobilità ed energia sostenibile, larga parte di queste disposizioni non sembrano affatto tradursi in pratiche strutturali per il soddisfacimento degli obiettivi indicati.

Rispetto a una situazione di emergenza climatica ribadita nella DEC, il giudizio politico sull’operato del Comune di Prato è di scarsa incidenza degli interventi e di mancanza di coraggio nelle scelte amministrative, in una fase di pandemia con drastiche ricadute sulla salute delle persone, a cui si deve dare priorità strutturale, cercando di prevenire prossime emergenze invece che inseguirle. Secondo l’OMS ogni anno in Italia si registrano circa 40 mila decessi per malattie croniche o degenerative legate all’inquinamento.

Nell’impegnativa finale della DEC si ribadisce l’impegno all’adesione “nel 2015 del Comune di Prato […] al Patto dei Sindaci per Il PAES, che ha l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 del 20% entro il 2020” con interventi nei settori di pianificazione urbana, mobilità, edilizia, sul cui impatto non si hanno notizie. Altrettanto carente è stata la “collaborazione costante” con i territori circostanti, data l’assenza di qualunque tipo di iniziativa in questo senso, tanto che Prato risulta l’unico Comune della provincia ad aver varato la stessa DEC.

Le proposte

Per questo sollecitiamo uno studio indipendente per la valutazione effettiva dei risultati raggiunti in termini di emissioni inquinanti e risparmio energetico, che comprenda le misurazioni predisposte con il PRQA (Piano Regionale per la Qualità dell’Aria) dalla Regione Toscana su: regolamentazioni delle combustioni a biomasse, incentivi all’efficientamento energetico e alla mobilità elettrica, limitazioni alla circolazione dei mezzi diesel, un ampliamento delle piste ciclabili, delle aree alberate e del trasporto pubblico[1]. Al tempo stesso si raccomanda che l’indagine interessi anche un bilancio degli interventi sul patrimonio arboreo, sulla base dell’ultimo D.L. del ministero dell’Ambiente per “Criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde”, in vigore da agosto 2020.

Altre misure concrete immediatamente attuabili riguardano poi, ad esempio: il blocco alla circolazione dei mezzi Euro4,  specialmente all’interno della Zona a Traffico Controllato; il potenziamento della mobilità elettrica con la definizione di una mappatura consultabile dei punti di rifornimento dislocati in città, l’applicazione dei principi di precauzione e prevenzione su 5G e nuovi impianti di incenerimento dei rifiuti presso Gi.Da; la realizzazione di un itinerario ciclabile in via Roma (da Porta Santa Trinita fino all’incrocio con via Traversa il Crocifisso a Fontanelle), che serva anche il Parco della Liberazione e della Pace; la ripiantumazione di almeno 500 alberi ad alto fusto e un censimento degli alberi monumentali sul territorio pratese; la piena ripubblicizzazione del servizio idrico mediante un’agenzia speciale o consortile di diritto pubblico; incentivi sulla TARI per l’uso di articoli biodegradabili o riciclati e tariffazione puntuale.
Il mancato aggiornamento di strumenti come i PAC, in seguito alla Dichiarazione di Emergenza Climatica, fa sembrare quest’ultima più un atto dovuto, sulla scia dell’entusiasmo delle mobilitazioni, con il rischio di aver piuttosto avallato un’operazione di “green-washing”.

Questa collaborazione, portata avanti nel rispetto dell’autonomia di ogni soggetto partecipante, vuole essere l’inizio di un percorso per la valutazione di misure eco-sostenibili, con particolare attenzione al monitoraggio di quali progetti di sviluppo rientreranno nei programmi finanziati dal Recovery Fund del bilancio europeo, almeno all’apparenza improntato agli obiettivi di un Green New Deal. Anche per questo l’auspicio è di poter accompagnare il presente dossier e futuri monitoraggi all’organizzazione di un coordinamento attivo fra più realtà in forma di Osservatorio ambientale.

Il dossier è consultabile in modo libero e gratuito online inviando una mail di richiesta a sitoscanasinistra.prato@gmail.com oppure cliccando su questo link.

Tags