24.000 tonnellate di cromo e idrocarburi smaltiti come concime nei campi del distretto conciario. Susanna Rovai: “Il Comune prenda una posizione netta”.
CERRETO GUIDI (Fi) – La notizia che 24.000 tonnellate di cromo e idrocarburi avevano inquinato molti campi del distretto conciario di Santa Croce sull’Arno si era abbattuta come una scure, lo scorso giugno, su cittadini e Comuni dell’area interessata: Castelfiorentino, Montaione, Cerreto Guidi e Fucecchio. Campi di grano e mais erano stati inquinati nel tempo da rifiuti speciali del distretto conciario smaltiti illecitamente come concime. Era questo l’esito delle indagini dell’operazione denominata “Blu mais” coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Firenze.
Secondo l’accusa, i rifiuti speciali delle concerie venivano smaltiti come concime grazie ad agricoltori compiacenti, che spargevano nei campi di mais e grano delle province di Firenze e Pisa il materiale ricevendo in cambio un compenso illecito. In manette erano finiti un agricoltore e tre amministratori del Consorzio Sgs, azienda leader nella produzione di concimi organici e biostimolanti attiva nel distretto conciario di Santa Croce sull’Arno. Falsi certificati di analisi indicavano i rifiuti come idonei alla concimazione. Un agronomo e un agricoltore coinvolti erano stati interdetti dalla professione.
Il Gip aveva disposto il sequestro preventivo fino all’importo di oltre 3 milioni di euro nei confronti del consorzio per la gestione dei rifiuti e di alcuni indagati, calcolato come l’illecito profitto derivante dal mancato conferimento in discarica dei rifiuti speciali, oltre al sequestro di oltre 300 mila euro per gli agricoltori coinvolti.
Nel frattempo Susanna Rovai, del gruppo consiliare del Partito Comunista Italiano di Cerreto Guidi, era intervenuta sull’argomento: “La nostra interrogazione al riguardo era stata protocollata in data 12 giugno 2020 ma è stata messa all’ordine del giorno del Consiglio comunale solo il 26 ottobre scorso. Come da relazione dell’assessore all’Ambiente Alessio Tanganelli, l’amministrazione ha avuto la prima informazione dalla Procura nel febbraio 2018, quando non fu ritenuto doveroso informare il Consiglio comunale. Oltre a ciò, non si sa ancora se l’Amministrazione si dichiarerà parte civile nel processo che verrà istruito, intenzione che peraltro il Comune di Montaione ha già esternato mesi fa”.
“Fortuna che la natura si è ribellata e il mais è diventato blu, altrimenti questa frode non sarebbe mai stata scoperta – conclude la Rovai -. Come Pci avremmo voluto una presa di posizione più decisa dell’amministrazione in difesa delle persone e del territorio. Quello che non vogliamo sono le nostre terre insozzate da fanghi residuali della depurazione delle concerie. Auspichiamo che le indagini della magistratura riescano a individuare responsabili e responsabilità e che nel processo che verrà istruito le pene siano esemplari”.
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