L’associazione per il tessile riciclato chiede che il sistema di certificazione sia più semplice da ottenere per le aziende pratesi: “Troppi costi e appesantimenti burocratici”.
PRATO – “Un sistema di gestione della certificazione più snello, ma anche un regolamento che tenga in considerazione le procedure di lavoro interne al distretto e la grande varietà di materiali con provenienze diverse che vengono riciclati a Prato“, sono queste in sintesi le richieste indirizzate da Astri, l’associazione per il tessile riciclato italiano, a Textile Exchange, l’organizzazione internazionale che gestisce il sistema di certificazione GRS.
Il GRS (Global Recycling Standard) è la certificazione più diffusa per i materiali tessili e nel distretto di Prato sono circa 500 le aziende che l’hanno ottenuta e che rappresentano quindi una massa critica importante. Tra le aziende certificate non ci sono solo i lanifici ma anche tante lavorazioni intermedie. La certificazione richiede infatti di tracciare ogni step della lavorazione del riciclato, dalla materia prima alla produzione del tessuto.
“Il regolamento della certificazione è studiato per grandi aziende che possono avere sede anche in Paesi che hanno una normativa meno garantista per quello che riguarda i diritti dei lavoratori o la normativa ambientale – sostiene Astri -. Questo crea un inutile appesantimento per il rilascio e la gestione della certificazione che per le aziende è un costo aggiuntivo importante“.
Per questo Astri ha scritto a Textile Exchange, invitando i responsabili dell’organizzazione a venire a Prato e conoscere meglio il funzionamento della filiera. E’ infatti in corso una revisione del regolamento GRS, un’occasione importante per presentare le proprie richieste.
Il GRS prevede il rilascio di una dichiarazione ambientale verificata da parte terza che comprova il contenuto di materiali da riciclo dei prodotti (sia intermedi che finiti) e il rispetto di criteri ambientali e sociali in tutte le fasi della filiera produttiva. Possono essere certificati GRS tutti i prodotti che siano composti per almeno il 20% da materiali da riciclo pre-consumo e post-consumo.
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