Rifiuti e riciclo

Mascherine, a Livorno campagna contro l’abbandono. E quelle lavabili?

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Foto di Laura Lezza
Il Comune lancia una campagna insieme ad Aamps grazie alla fotografa Laura Lezza. Restano diversi interrogativi sulla scarsa diffusione delle mascherine lavabili.

 

di Marcello Bartoli

LIVORNO – Risale a poco più di una settimana fa il weekend di mobilitazione contro le mascherine usa e getta proposto da Zero Waste Italy e Centro di Ricerca Rifiuti Zero Capannori contro l’invasione dell’usa-e-getta venuta drammaticamente alla ribalta con la pandemia.

“Ovviamente noi non siamo negazionisti e riteniamo importanti i dispositivi di sicurezza – aveva precisato Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Italy – ma essi devono essere conciliabili con la natura ed è per questo che accanto al NO che ribadiamo alle mascherine in TNT vogliamo mascherine lavabili e riutilizzabili a partire dalla scuola. Il modello che proponiamo è quello della cooperativa sociale Eta Beta di Bologna che ha messo a punto un sistema certificato di noleggio e lavaggio dei dispositivi medici”.

E’ di oggi la notizia che il  Comune di Livorno lancia E’ tua, campagna fotografica contro l’abbandono delle mascherine facciali, insieme ad Aamps (la partecipata che si occupa della gestione rifiuti a Livorno). Dai prossimi giorni nel territorio livornese saranno affissi manifesti e diffusi attraverso i canali social Facebook e Instagram scatti fotografici che vedono come protagoniste le mascherine facciali (monouso, ma non solo), entrate con prepotenza nella vita di tutti noi. E’ questo il filo conduttore del progetto fotografico di Laura Lezza: mascherine fotografate come erano per terra nella città di Livorno tra aprile e ottobre 2020.

“L’idea è nata per strada”, racconta Laura Lezza. “Ho iniziato a fotografarle ogni volta che ne vedevo, quasi sempre con il cellulare. A Livorno, la città dove abito e in ogni città, strada, piazza, bosco, porto. Le stesse mascherine ovunque. A Roma, Napoli, Firenze, a Pisa, sulla Francigena o nei boschi o al mare. Prima di spiegare, di smaltire, di raccogliere, il problema è pensare a queste mascherine abbandonate per terra. Che sono di tutti noi”.

“Sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri si legge che entro la fine del 2020 sono previste in Italia 100.000 tonnellate di rifiuti da mascherine – aggiunge l’assessora all’Ambiente di Livorno Giovanna Cepparello -. Se anche una su cento viene abbandonata nell’ambiente sarà una sciagura, considerando il fatto che le mascherine sono composte in gran parte da plastica. In mare se ne trovano già tantissime”.

Seppur lodevole, dunque, l’iniziativa del Comune di Livorno mette in evidenza come il problema causato dalle mascherine usa e getta non possa essere risolto senza che governo, istituzioni ed enti preposti affrontino la questione a monte, ovvero facilitando l’acquisto e la diffusione di mascherine lavabili e riutilizzabili.

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