Nell’edizione speciale del report Mal’aria curato da Legambiente emergono dati sconfortanti per la maggior parte dei capoluoghi toscani. Bene solo Grosseto.
Sono stati pubblicati i nuovi dati raccolti da Legambiente nel report Mal’aria edizione speciale: l’associazione ambientalista ha stilato una “pagella” sulla qualità dell’aria di 97 città italiane sulla base degli ultimi 5 anni – dal 2014 al 2018 – confrontando le concentrazioni medie annue delle polveri sottili (Pm10, Pm2,5) e del biossido di azoto (NO2).
Delle città toscane il voto più alto in pagella spetta a Grosseto con 7, seguono Pisa e Pistoia con 5, Livorno e Massa con 4, in fondo alla classifica Arezzo, Firenze, Prato e Lucca con 3. Siena è tra i non classificati per motivi inerenti il periodo di riferimento in questione e le relative rilevazioni.
Dai dati emerge che solo il 20% delle 97 città analizzate nei cinque anni ha avuto una concentrazione media annua di Pm10 inferiore a quanto suggerito dall’OMS; percentuale che scende drasticamente al 6% per il Pm2,5, ovvero le frazioni ancora più fini e maggiormente pericolose per la facilità con le quali possono essere inalate dagli apparati respiratori delle persone. Più elevata la percentuale delle città (86%) che è riuscita a rispettare il limite previsto dall’OMS per il biossido di azoto (NO2).
Le auto risultano una delle fonti principali dell’inquinamento in città e le emissioni fuorilegge delle auto diesel continuano a causare un aumento della mortalità, come è emerso anche da un recente studio condotto da un consorzio italiano che comprende consulenti (Arianet, modellistica), medici ed epidemiologi (ISDE Italia, Medici per l’Ambiente) e Legambiente, nonché la piattaforma MobileReporter. Legambiente torna a ribadire l’urgenza di “puntare su una mobilità urbana sempre più condivisa e sostenibile, di potenziare lo sharing mobility e raddoppiare i chilometri delle piste ciclabili“.
Fonte: Legambiente Toscana
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