Nel fine settimana la situazione più critica per il nido di Riva del Sole a Castiglione della Pescaia. Liberata una tartarughina rimasta bloccata sotto la sabbia.
CASTIGLIONE DELLA PESCAIA (Gr) – Un fine settimana di maltempo e forti mareggiate ha messo a grave rischio i nidi toscani di tartaruga marina, quasi tutti prossimi al momento della schiusa. Ogni anno, a fine agosto, arrivano le perturbazioni che segnano la fine dell’estate. Ultimamente però, più che a temporali estivi, assomigliano a tempeste tropicali che costringono a una corsa disperata alla salvaguardia dei nidi.
E così i due giorni appena trascorsi hanno visto biologi e volontari dell’associazione tartAmare – che gestisce cinque dei sei nidi scoperti in Toscana quest’estate – combattere una guerra vera e propria contro le onde. L’obiettivo: cercare di difendere quella buchetta sotto la sabbia che conteneva le 111 uova prossime alla schiusa di Riva del Sole, a Castiglione della Pescaia.
Al lavoro concitato di tutti i volontari si è contrapposto il mare, sempre più pericolosamente vicino al nido, arrivato a tratti fino a inghiottirlo.
Gli operatori non sapevano se all’interno del nido ci fossero piccoli già nati, intrappolati nello spessore di sabbia compattata e indurita dall’acqua, e nemmeno se le uova si fossero bagnate e quindi disidratate con l’acqua salata.
Finchè domenica sera hanno deciso di fare uno scavo perlustrativo. E hanno trovato lei, una tartarughina solitaria rimasta incastrata sotto la sabbia ma vigile, calma e tranquilla.
Portata subito al Centro recupero tartarughe marine di tartAmare è stata tenuta a riposo e al sicuro per una notte e una mattina, al buio e con una temperatura costante di 27 gradi. Poi ieri pomeriggio, complice una situazione meteo più favorevole, è stata liberata e ha potuto per la prima volta abbracciare il mare.
Per quanto riguarda le altre uova all’interno del nido “a un’indagine un po’ sommaria come quella che si può fare sul campo di notte – si apprende da tartAmare – non ci sono sembrate perse o perlomeno non tutte e così, supportati dal team di Caretta Calabria Conservation, abbiamo deciso di ricreare il nido e aspettare”.
Se i cinque nidi toscani dopo questo fine settimana di tempesta sono stati salvati è merito anche delle delicate operazioni di traslocazione effettuate dai biologi di tartAmare, guidati dalla responsabile scientifica Luana Papetti, subito dopo le deposizioni. Traslocare un nido significa spostarlo rispetto alla posizione originaria scelta dalla tartaruga perché si ritiene che corra qualche pericolo a causa dell’eccessiva vicinanza alla zona di battigia, di una forte erosione della spiaggia prescelta o per l’esposizione alle mareggiate. Un’operazione che deve essere eseguita solo da personale specializzato e solo in casi di estrema necessità.
Ad oggi, se non spostati, tutti i nidi sarebbero andati persi.
Fonte: associazione tartAmare
Aggiungi un commento