Rifiuti e riciclo

Sono già sei le ecoballe di rifiuti recuperate nel Golfo di Follonica

Ecoballa recuperata a bordo della nave Caprera (foto Protezione Civile nazionale)
Ecoballa recuperata a bordo della nave Caprera (foto Protezione Civile nazionale)
Le operazioni sono partite il 6 agosto, impegnate tre unità specializzate della Marina Militare e la Guardia Costiera. Il 22 luglio era stato dichiarato lo stato di emergenza.

 

di Gabriella Congedo

FOLLONICA (Gr) – Prosegue il recupero, iniziato il 6 agosto, delle 40 ecoballe ancora inabissate nel golfo di Follonica. Al momento le navi della Marina Militare ne hanno ripescate 6.
Dopo la dichiarazione dello stato di emergenza deliberata il 22 luglio dal Consiglio dei Ministri e la nomina a commissario del capo della Protezione Civile Angelo Borrelli le operazioni stanno procedendo speditamente e si spera di disinnescare in tempo la bomba ambientale che da cinque anni sta inquinando il mare della Toscana. Però ce n’è voluta: 5 anni tondi tondi.

L’antefatto: il 23 luglio 2015 una tempesta improvvisa convinse il capitano della motonave Ivy a sversare in mare 63 tonnellate di plastica pressata che aveva a bordo. Un carico che sarebbe dovuto arrivare integro a Varna, nel Mar Nero, per essere incenerito in un cementificio e che invece è caduto nel tratto di mare tra l’isola d’Elba, Piombino e Follonica.
L’incidente è passato sotto silenzio per tre anni finché, grazie a una serie di segnalazioni e al monitoraggio di ARPAT sulla quantità anomala di rifiuti marini, si è potuto risalire all’episodio.

Da lì è iniziata un’incredibile storia all’italiana fatta di ritardi, intoppi burocratici e palleggi di responsabilità. Finché dopo cinque anni – e innumerevoli appelli e proteste – 20 giorni fa è arrivata la svolta, con la dichiarazione dello stato di emergenza e l’inizio immediato delle operazioni di recupero.

Adesso tre unità specializzate della Marina Militare e la Guardia Costiera stanno lavorando senza sosta per identificare e recuperare i rifiuti ancora presenti sui fondali (al momento dell’incidente le ecoballe erano 56). Operazioni rese più difficoltose in questi giorni dalle correnti marine contrarie, fa sapere la Protezione Civile.

Dopo il recupero bisognerà pensare allo smaltimento. La Regione Toscana ha individuato l’impresa che se ne occuperà, nel frattempo si sta allestendo all’interno del porto di Piombino un sito di stoccaggio temporaneo che ospiterà i rifiuti fino al viaggio finale in discarica.
Il controllo sulla loro gestione, dallo stoccaggio temporaneo all’identificazione e al corretto smaltimento, è affidato all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale (ISPRA) e all’Agenzia regionale per la Protezione ambientale della Toscana (ARPAT). Alle due agenzie dunque il compito delicato e importantissimo di evitare che questi maledetti rifiuti continuino a far danni anche dopo essere stati ripescati dai fondali marini.

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