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Toscana, tra Spighe Verdi e 5 Vele l’ambiente ha bisogno di uno scatto

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Le classifiche “Spighe Verdi” 2020 per i Comuni rurali e Il mare più bello di Legambiente certificano alcune eccellenze regionali ma c’è molto da lavorare.

 

Redazione

E’ un’agricoltura, quella toscana, ancora troppo spesso minacciata dall’uso di pesticidi e glifosate, da colture intensive, dalla scarsità di biodiversità come da un’esigua attenzione al biologico. E’ pur vero, però, che premi e riconoscimenti possono fare da stimolo a produttori, Comuni e istituzioni affinchè siano adottate gradualmente politiche e strategie agricole orientate all’ambiente e alla salute dei consumatori.

Le “Spighe Verdi” 2020 per i Comuni rurali sono state annunciate da FEE Italia – Foundation for Environmental Education e Confagricoltura. Un programma che secondo gli organizzatori “è pensato per guidare i Comuni rurali, passo dopo passo, a scegliere strategie di gestione del territorio in un percorso virtuoso che giovi all’ambiente e alla qualità della vita dell’intera comunità”.

Per portare i Comuni rurali alla graduale adozione dello schema “Spighe Verdi” c’è un set di indicatori in grado di fotografare le politiche di gestione del territorio e indirizzarle verso la massima attenzione alla sostenibilità. Eccone alcuni: la partecipazione pubblica; l’educazione allo sviluppo sostenibile; il corretto uso del suolo; la presenza di produzioni agricole tipiche, la sostenibilità e l’innovazione in agricoltura; la qualità dell’offerta turistica; l’esistenza e il grado di funzionalità degli impianti di depurazione; la corretta gestione dei rifiuti; la valorizzazione delle aree naturalistiche e del paesaggio; la cura dell’arredo urbano e l’accessibilità per tutti senza limitazioni.

Le “Spighe Verdi” 2020 sono state assegnate in 13 Regioni. Le due Regioni con il maggior numero di riconoscimenti sono Marche e Toscana, con 6 località ciascuna. Per la Toscana: Castellina in Chianti, Massa Marittima, Castiglione della Pescaia, Castagneto Carducci, Fiesole e Bibbona.

Per quanto concerne il mare, l’ultimo studio di Greenpeace nel Mar Tirreno rivela che le frequenze maggiori di ingestione di fibre tessili e microplastiche sono state rilevate nei pesci dell’Arcipelago Toscano. Tra le questioni urgenti è ancora pendente quella rappresentata dalle 40 ecoballe “superstiti” di un carico disperso nel 2015 al largo di Piombino (in origine erano 56) che si stanno lentamente sfaldando con danni gravissimi e forse irreversibili per il Santuario dei Cetacei Pelagos.

Nonostante questi e altri disastri ambientali ben tre comprensori costieri della Toscana si trovano nella top 10 nella classifica 2020 de Il mare più bello, già Guida Blu, curata da Legambiente e Touring Club Italiano. A darne notizia è Legambiente Toscana, a pochi giorni dall’epilogo della tappa in regione della Goletta Verde 2020. Tra un centinaio di comprensori che formano le nostre coste, sono più di 40 quelli premiati quest’anno per il mare più blu.

“Dopo aver monitorato le foci dei fiumi toscani, che sono risultate non inquinate, con le sole vistose eccezioni della costa apuo-versiliese e di due stazioni elbane, sentiamo l’esigenza di richiamare l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica su questa classifica 2020 – dichiara Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana – dove risulta evidente che il mare toscano, con quello pugliese, è il solo in Italia a poter insidiare il primato solido della Sardegna. Il litorale grossetano (tutto) e l’Isola di Capraia riscuotono consensi ecoturistici eccezionali, di cui non possiamo che andar fieri”.

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