Quest’anno la campagna di Legambiente ha riguardato le foci di fiumi e torrenti. Bene Costa etrusca e litorale grossetano, male la Versilia e alcuni punti dell’Elba.
Redazione
Il consiglio è semplice: meglio non fare il bagno vicino allo sbocco di fossi e canali. Dei 20 punti campionati sulla costa toscana, 8 risultano oltre i limiti di legge. Di questi, 6 sono stati giudicati “fortemente inquinati” e 2 “inquinati”. Nel mirino quest’anno ci sono canali e foci, i principali veicoli con cui l’inquinamento microbiologico, causato da cattiva depurazione o scarichi illegali, arriva in mare.
È questa in sintesi una fotografia scattata lungo le coste della Toscana da un team di tecnici e volontari di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio e all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane.
Per la prima volta quest’anno la campagna ambientalista, causa pandemia, non segue il classico itinerario coast to coast a bordo dell’imbarcazione e si concentra sulle foci dei corsi d’acqua per indagare eventuali deficit della depurazione nell’entroterra.
I risultati sono stati illustrati ieri a Firenze da Fausto Ferruzza e Federico Gasperini, rispettivamente presidente e direttore di Legambiente Toscana e Marcello Mossa Verre, direttore generale di ARPAT.
I punti di monitoraggio sono stati scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni dei Circoli di Legambiente e degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta.
Foci di fiumi e torrenti, fossi e piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta all’insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano in mare.
I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli). Vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo.
In Toscana sono stati quattro i punti monitorati in provincia di Massa Carrara. È risultato “inquinato” il punto sulla foce del torrente Carrione a Marina di Carrara. Sono stati invece giudicati “fortemente inquinati” gli altri tre punti indagati in provincia: la foce sul torrente Lavello, in località Partaccia a Massa; la foce sul fiume Brugiano, tra Partaccia e Ronchi, sempre a Massa e la foce sul fiume Versilia in località Cinquale nel comune di Montignoso.
Due i punti analizzati in Versilia (Lucca), entrambi risultati “fortemente inquinati”: sono le foci sul fosso Motrone a Marina di Pietrasanta e sul fosso dell’Abate a Lido Camaiore.
In provincia di Pisa entro i limiti di legge l’unico punto monitorato, alla foce dell’Arno, a Marina di Pisa.
Sette sono stati i punti analizzati in provincia di Livorno. È stato giudicato “fortemente inquinato” il punto sulla spiaggia del Moletto del Pesce a Marciana Marina, mentre risulta “inquinato” il punto sulla foce tra il Fosso di Mola e il Fossone Centrale a Capoliveri. Entro i limiti gli altri 5 punti analizzati della provincia: si tratta della foce del canale scolmatore tra i territori comunali di Livorno e Pisa; della foce-scarico di via Salivoli a Marina di Salivoli, nel comune di Piombino; della foce del Cecina, a Marina di Cecina; del Fosso della Madonnina, in località Punta della Rena a Portoferraio e di un punto sulla spiaggia nei pressi della foce del Fosso Galea/La Pila a Campo dell’Elba.
Sei sono infine i punti monitorati da Goletta Verde in provincia di Grosseto, tutti risultati entro i limiti di legge. Si trovano sulla foce del fiume Gora a Follonica; sulla foce del canale di San Rocco a Marina di Grosseto; sulla foce dell’Osa, in località Fonteblanda a Orbetello; sulla foce dell’Albegna, in località Bocche di Albegna, sempre nel Comune di Orbetello; sulla spiaggia di fronte al canale, tra Poggio Pertuso e Cala Galera a Monte Argentario e sulla foce del fosso Tagliata Etrusca, sempre a Orbetello.
“Il quadro che risulta dalla nostra indagine è composito – dichiarano Fausto Ferruzza e Federico Gasperini, rispettivamente presidente e direttore di Legambiente Toscana – ma si evidenzia con ancora maggiore nettezza rispetto agli altri anni una Toscana a due velocità. Bene Costa Etrusca e litorale grossetano, male la conurbazione apuo-versiliese e alcuni punti specifici dell’Elba”.
Rimangono grosse carenze sulla cartellonistica informativa rivolta ai cittadini che, nonostante sia obbligatoria ormai da anni per i Comuni, non viene ancora rispettata. Indicazioni che hanno la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare e i dati delle ultime analisi. Sui 20 punti di accesso campionati sono stati trovati solo 3 cartelli sulla qualità delle acque. Onestamente, si può fare di più.
Fonte: Legambiente Toscana
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