Rifiuti e riciclo

Il futuro a noleggio: da Bologna a Capannori il progetto che ci salverà dall’usa-e-getta

Raccolta mascherine Toscana-ambiente
E’ nato un accordo tra la cooperativa sociale Eta Beta e Zero Waste per diffondere un processo certificato di noleggio e lavaggio delle mascherine DM (e non solo).

 

di Laura Lo Presti

Eta Beta, cooperativa sociale, diversamente professionali: così si presenta la realtà bolognese che siamo andati a visitare lunedì 22 giugno con una delegazione toscana guidata da Rossano Ercolini in rappresentanza di Zero Waste Italy e Zero Waste Europe, che comprendeva l’assessore all’Ambiente di Capannori, il sindaco di Carmignano e alcuni imprenditori interessati all’economia circolare.

A seguito dello stretto rapporto tra Eta Beta e Zero Waste Italy, negli ultimi tre mesi è nato un “accordo di cooperazione” in cui Eta Beta si è impegnata a certificare un progetto innovativo che garantisce il noleggio e il lavaggio delle mascherine DM, certificando sia la mascherina che il processo di lavaggio, ritiro e consegna.

La cosa ancora più interessante è che una volta che le mascherine andranno a decrescere (ma già fin da ora), lo stesso progetto potrà sanificare camici, copri-scarpe, cuffie e tutti quei prodotti usa e getta che si trovano in molti ambienti medici ma non solo. Pensate alla folle quantità di rifiuto monouso indifferenziato che in questo momento sta producendo per esempio un parrucchiere…

Eta Beta collabora con enti pubblici e privati per progetti di inclusione sociale rivolti soprattutto a persone in situazioni di difficoltà.
Questa cooperativa è una lunga lista di risorse:

ci sono laboratori di mosaico e ceramica che producono manufatti artistici e piatti design con il vetro recuperato da vecchi infissi (piatti che vengono venduti perfino all’alta ristorazione russa);
c’è il laboratorio del legno, sempre in gran parte da recupero, che fornisce contenitori funzionali alla tenuta e alla vendita dei prodotti ottenuti dal loro orto e vivaio;
c’è la lavanderia del progetto “Lavanda” dove, da molti anni, si lavano i pannolini a noleggio degli asili convenzionati (mentre nel mondo si stima che ogni anno si mandi in discarica un volume di pannolini pari a 450 campi di calcio);
ci sono 2 punti ristoro dove è possibile prenotare dall’esterno e chiederne l’affitto per eventi privati;
c’è la falegnameria dove si producono giochi montessoriani, una struttura incantata piena di colori e abbinamenti armonici.
E infine c’è il nuovo spazio per il lavaggio dei dispositivi medicali.

Vediamo come funziona.
1) Le mascherine: EtaBeta ha individuato e acquistato da due produttori italiani dispositivi medicali certificati con marchio CE. Ad oggi una deroga del Governo autorizza sino a fine luglio la commercializzazione dei DM anche senza requisiti (difficile e costoso ottenere il marchio CE). Finita la deroga, i DM all’interno di certi ambienti dovranno essere soltanto quelli certificati con probabile richiesta di far uso, almeno in parte, di materiali riciclabili.
2) Il noleggio: EtaBeta si propone a utenze pubbliche e private e si fa carico della consegna dei DM sanificati e del ritiro dei DM usati sporchi.
3) Il lavaggio: tutto il processo di lavaggio industriale è certificato, avviene con detersivi ecolabel e senza l’uso di cloro.

Eta Beta ha un’esperienza di tutto rispetto nel campo della sanificazione; oltre a lavare da anni i pannolini senza aver mai riscontrato nessun problema di igiene o contaminazione, quest’anno, da inizio marzo fino alla prima settimana di giugno, hanno garantito un servizio di sanificazione h24 per 40 ambulanze.

Perché avvalersi di questo servizio di lava-nolo?
– perché prodotto e processo sono certificati e sollevano da ogni responsabilità l’utente;
– perché è conveniente dal punto di vista economico, il costo è inferiore all’usa e getta e alle lavabili fai-da-te e, non generando rifiuti, si abbassa la quota Tari (tassa sui rifiuti);
– perché è ecologico, si riusa un prodotto molte volte, lavato con processi ecologici e a fine vita si sta studiando una possibile pacciamatura o recupero;
– perché è educativo: quanto usiamo e buttiamo, ci deve importare.

In Emilia Romagna è stato avviata la costruzione di un protocollo tra la Regione e la cooperativa Eta Beta, che si rende disponibile affinché questo progetto si replichi e si moltiplichi il più possibile.
Dopo mesi di studio e tanta burocrazia, il kit completo di questo progetto potrebbe essere acquisito e riadattato dovunque ci sia la buona volontà e la visione di business, in un tempo in cui molti lavori scarseggiano o dovranno trasformarsi.

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