Un’area martoriata da una discarica di amianto, un lago e un fiume inquinati che gettano un’ombra sul riconoscimento ambientale assegnato qualche settimana fa.
MONTIGNOSO – PIETRASANTA (Ms) – Nonostante la Bandiera Blu 2020 assegnata dalla Foundation for Environmental Education (FEE) qualche settimana fa al Comune e alla spiaggia di Montignoso, Arpat ha confermato la non idoneità alla balneazione nelle spiagge di Cinquale Est e Ovest e il divieto di balneazione nel fiume Versilia, che sfocia in quel tratto di mare ma è inquinato da “batteri fecali” e da possibili metalli pesanti.
“Nell’area di Montignoso esiste anche la discarica di materiali speciali dell’ex cava Fornace che porta terra, polveri e amianto sopra due falde acquifere che alimentano il lago di Porta – sostiene il Comitato contro la discarica di Cava Fornace – il quale alimenta a sua volta pozzi agricoli e comunali, acqua che arriva al mare in 24 ore”.
Dopo il comitato, a lanciare un nuovo allarme sono i consiglieri Tommaso Fattori (Toscana a Sinistra) e Monica Pecori (Gruppo misto – Toscana per Tutti): “Da tempo ribadiamo che quell’impianto va chiuso e che esistono alternative alle discariche di amianto. La Giunta ci ha sempre risposto che la situazione della discarica richiedeva soluzioni graduali ma alcuni mesi fa Programma Ambiente Apuane, la società che gestisce la discarica dell’ex cava Fornace, ha chiesto alla Regione di rimuovere il divieto di conferire i rifiuti contenenti amianto”.
“L’attività dell’impianto è andata avanti con una vecchia Autorizzazione Integrata Ambientale priva di molti aggiornamenti normativi a tutela dell’ambiente – denunciano i cittadini della zona riuniti nel Comitato contro la discarica – e da anni chiediamo un riesame dell’autorizzazione integrata che ci viene puntualmente negato, sebbene sia previsto dalle norme regionali. Il principio di precauzione imporrebbe di fermare immediatamente l’attività della discarica e fare nuove valutazioni aggiuntive e oggettive”.
“Le alternative alle discariche di amianto esistono – concludono Fattori e Pecori – e il Consiglio regionale ha già approvato la proposta di Toscana a Sinistra di incentivare la nascita e la diffusione di impianti industriali capaci di inertizzare i rifiuti contenenti amianto. In questo modo si darebbe un impulso concreto sia all’attività di bonifica, sia alla nascita di un’economia circolare di sottoprodotti riutilizzabili in edilizia e in cantieristica”.
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