Mozione di Toscana a Sinistra martedì in Consiglio regionale. Tommaso Fattori: “Riaprire l’ex discarica Grillaia provocherebbe enorme danno ambientale, puntare su inertizzazione”.
di Gabriella Congedo
CHIANNI (Pi) – È stata una delle più grandi discariche di rifiuti speciali della Toscana ma è ferma dal 1998. Solo che in questi 22 anni l’impianto non è mai stato messo in sicurezza e manca un atto di chiusura definitiva.
Nel frattempo la discarica della Grillaia che è nel Comune di Chianni, in provincia di Pisa, ha continuato ad alimentare feroci polemiche e dispute politiche. E adesso una delibera della Giunta regionale toscana dello scorso 25 maggio ha ridato fuoco alle polveri: l’atto dà parere favorevole al progetto presentato da Nuova Servizi Ambiente – il gestore dell’impianto – per conferire 270 mila metri cubi di rifiuti, in gran parte eternit, equivalenti a circa 351 mila tonnellate.
Tra le tante voci contrarie al progetto si è levata anche quella di Tommaso Fattori di Toscana a Sinistra, candidato alla presidenza della Regione, che insieme al collega Paolo Sarti ha chiesto alla Giunta di annullare immediatamente la delibera.
“Riaprire l’ex discarica della Grillaia provocherebbe un enorme danno ambientale e riaccenderebbe forti proteste sociali, come già negli anni ‘90 – tuona Fattori – E’ incredibile che nel 2020 la Giunta regionale, invece di avviare la filiera dell’inertizzazione dell’amianto, progetti di riaprire una pericolosa discarica”.
La mozione dei consiglieri di Toscana a Sinistra sarà discussa in Consiglio regionale martedì prossimo e chiede di “aprire subito un confronto tra il soggetto gestore e i Comuni coinvolti e di individuare una soluzione condivisa per la messa in sicurezza della discarica che non preveda il conferimento di nuovi rifiuti”.
Per smaltire l’amianto esistono tecnologie alternative, spiega Fattori. Nell’ottobre 2018 il Consiglio regionale aveva approvato una proposta di Toscana a Sinistra che chiedeva di chiudere per sempre la stagione delle discariche incentivando la nascita e la diffusione di impianti capaci di inertizzare i rifiuti contenenti amianto, dando vita a un’economia circolare di sottoprodotti riutilizzabili in edilizia e in cantieristica (leggi qui l’articolo). Ma non sembra che la cosa abbia avuto seguito.
“La delibera regionale contraddice il Protocollo d’intesa tra i Comuni dell’area e la Regione per la chiusura in sicurezza dell’ex discarica di Chianni – conclude Fattori – e non tiene conto delle istanze dei Comuni e delle comunità locali che da tempo chiedono soluzioni a ‘rifiuti zero’.
Aggiungi un commento