Dai rilevamenti in Antartide il contenuto dei gas serra e le temperature di oltre un milione di anni fa permetteranno di migliorare la previsione sui cambiamenti climatici.
SIENA – I ghiacci perenni della Groenlandia e dell’Antartide conservano una memoria del passato: una fotografia del clima del pianeta anche di milioni di anni fa. Le carote di ghiaccio sono la memoria migliore che abbiamo dell’atmosfera del passato per capire la composizione atmosferica di allora o la temperatura dell’aria nel momento in cui quello strato di neve si è formato. Nelle bolle d’aria restano intrappolati i gas serra, come l’anidride carbonica e il metano e questo permette di calcolare i livelli di questi elementi nell’atmosfera passata. Infine tutte le particelle incastrate nel ghiaccio come polvere, cenere, polline, tracce di elementi e sali marini permettono di ricostruire eventuali eruzioni vulcaniche o i movimenti delle grandi correnti d’aria.
Il ricco archivio di informazioni sul clima del passato conservato nei ghiacci più antichi del Pianeta sarà analizzato con sistemi innovativi dallo spin off dell’Università di Siena Petrologic Synergy. L’azienda ha infatti la responsabilità scientifica, con il laboratorio di Glaciologia dell’Università Libera di Bruxelles, di uno dei quindici progetti di ricerca del programma ETN DEEPICE, che è stato finanziato con oltre quattro milioni di euro nell’ambito del bando Horizon 2020 MSCA-ITN (Marie Skłodowska Curie- Innovative Training Network).
Il progetto è coordinato dal Centre national de la Recherche scientifique e coinvolge dieci istituzioni di ricerca e sette partner aziendali tra cui Petrologic Synergy, una delle tre imprese con ruoli di coordinamento. “La società – spiega il CEO Franco Talarico, docente di Petrologia presso il dipartimento di Scienze fisiche, della Terra e dell’ambiente dell’Università di Siena – è coinvolta per il trasferimento della conoscenza nel campo della petrografia e fotonica applicate e per formulare un nuovo sistema di analisi diretta delle carote di ghiaccio. Il nostro obiettivo è quello di sperimentare e validare un innovativo sistema di analisi di spettrometria laser, veloce e senza preparazione del campione (a – 30 gradi C), per determinare la composizione delle carote di ghiaccio”.
Il progetto DEEPICE assicurerà un aumento dei ricercatori e della loro qualificazione per il più ampio progetto Beyond EPICA Oldest Ice Core, finanziato dal programma di ricerca europeo Horizon 2020. “Il progetto, che avrà una durata di 6 anni – prosegue Talarico – intende perforare, raccogliere e analizzare il ghiaccio in Antartide per misurare il contenuto dei gas serra e ricostruire le temperature degli ultimi 1,5 milioni di anni, migliorando al contempo i modelli di previsione dei cambiamenti climatici futuri”.
Il precedente progetto EPICA, concluso nel 2008, aveva recuperato e studiato una carota di ghiaccio di 800 mila anni di età. “Beyond EPICA vuole andare oltre – conclude il professor Talarico – . Una nuova perforazione potrebbe fornire informazioni su importanti gas a effetto serra come anidride carbonica e metano durante la Transizione del Pleistocene Medio, avvenuta tra 900 mila e 1.2 milioni di anni fa, quando la periodicità climatica (alternanza tra periodi caldi e freddi) tra le ere glaciali è passata da 41 mila a 100 mila anni.
Attualmente le informazioni sul cambio di periodicità tra periodi glaciali (freddi) e interglaciali (caldi) arrivano dai carotaggi marini, ma i sedimenti di mare profondo non conservano un’informazione diretta del contenuto dei gas serra, come invece fanno le carote di ghiaccio. Perché questo cambiamento di variabilità sia avvenuto è il mistero che il team di ricercatori vuole risolvere”.
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