L’animale ci permette di vivere con maggiore serenità questo periodo di pandemia ma non è un essere umano e non dobbiamo dargli connotazioni che non ha.
di Francesca Mugnai, esperta di pet therapy e direttore scientifico del Centro Ricerca Antropozoa
Siamo in isolamento forzato, in un clima di paura e smarrimento. Abbiamo dovuto da un momento all’altro fare a meno del contatto umano e delle nostre abitudini, dell’andare a lavoro tutte le mattine, accompagnare i figli a scuola, vedere i parenti e gli amici.
Vivere con un animale da compagnia in casa è un grande vantaggio, soprattutto in questo particolare momento storico e sociale. Permette di uscire un po’ per espletare le sue necessità, ma la sua presenza è utile soprattutto tra le mura domestiche: ci fa sentire meno soli, più forti, più utili, permette di affrontare meglio ciò che avviene intorno e non è motivo di ulteriore angoscia. Inoltre anche il sistema familiare ne può trarre benefici: ognuno ha il suo compito verso l’animale.
Le conversazioni verbali tra umani, ciò che sentiamo dall’informazione, ma anche un dialogo via cellulare tra amici o i post sui social, vertono sempre irrimediabilmente sul coronavirus. Dati, notizie, false notizie, rischiano di aumentare la nostra angoscia. L’animale no. È autentico, diretto, permette di rapportarsi in maniera positiva. Con lui il rapporto è immediato: qui e ora. Non ci fa pensare al futuro, ma all’adesso. Un legame che funge da protezione mentale, tanto importante nei momenti di fragilità.
È una dipendenza emotiva reciproca non imposta unilateralmente, come le regole per il bene comune dettate da chi governa, ma spontanea, fresca, genuina, che aumenta la nostra resilienza. Inoltre importanti studi evidenziano come la salute mentale abbia tra gli elementi determinati il contatto con la natura. Molto ci sarà da ricostruire dopo questo momento: il legame con gli animali può rappresentare sia in ambito personale che psicologico una risposta significativa.
C’è chi sostiene che il suo cane o il suo gatto è come un figlio, ma non lo è. L’animale non è un essere umano e va trattato come tale, senza dargli connotazione che non ha. Non va caricato di aspetti e responsabilità che non gli competono. La relazione è un fattore di cura e protezione importante. Il legame con lui funge da rafforzatore emotivo, senza sostituire i rapporti sociali, né le terapie né più in generale un ambiente diventato ostile e ricco di paura.
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