Nell’isola si tratta del secondo ritrovamento in pochi giorni. Legambiente Arcipelago Toscano: “Dotare subito i pescatori delle luci salva-tartarughe”.
di Iacopo Ricci
ISOLA D’ELBA (Li) – Una magnifica tartaruga marina Caretta caretta è stata trovata morta ieri con il muso impigliato in una rete da pesca sulla costa dei Magazzini, di fronte a Capoliveri.
Lo comunica Legambiente Arcipelago Toscano che ha informato la Capitaneria di Porto di Portoferraio. Si tratta del secondo ritrovamento in pochi giorni all’Elba di una tartaruga marina dopo quello recente sulla spiaggia di Margidore, sempre a Capoliveri.
Quella spiaggiata ai Magazzini ha il muso impigliato in un brandello di rete da pesca e molto probabilmente la sua morte è dovuta a questo. Un altro episodio che, secondo Legambiente, rende sempre più urgente l’adozione da parte dei pescatoridelle cosiddette luci salva-tartarughe, i dispositivi luminosi presentati il 3 e 4 marzo a Marina di Campo e Marciana Marina con le due iniziative “Facciamo luce in mare” dedicate ai pescatori organizzate da ministero delle Politiche Agricole, Regione Toscana e Università di Siena.
Dispositivi che secondo gli stessi pescatori tengono lontane le tartarughe da reti e palamiti e che Legambiente, nell’ambito del progetto Elistar in corso con il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, pensa di fornire gratuitamente, a titolo di sperimentazione, ad alcuni pescherecci dell’isola d’Elba.
“In un momento di così grande difficoltà a causa del Coronarvirus e di prospettive più che incerte per il nostro turismo – dicono da Legambiente – l’immagine dell’Elba e dell’Arcipelago Toscano dipendono soprattutto dal loro ambiente unico, che non sarebbe lo stesso senza le tartarughe marine e i pescatori che con loro devono e possono convivere”.
Il progetto Elistar. Con questo progetto Legambiente Arcipelago Toscano e Il Parco Nazionale dell’Arcipelago stanno mettendo in atto una serie di azioni per aiutare le tartarughe marine, a rischio per la cattura accidentale nelle reti, per l’ingestione di plastica e per la diminuzione delle spiagge adatte alla nidificazione, a riprodursi in sicurezza in quella che ormai in molti chiamano l’Isola delle tartarughe.
Si va da una una campagna informativa capillare sulle spiagge dell’isola al monitoraggio e alla protezione dei nidi. Nel progetto sono stati coinvolti anche gli stabilimenti balneari: quelli “amici delle tartarughe” hanno diritto a fregiarsi del marchio Tartalove.
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