Nuove indagini di Arpat: situazione stabile o in leggero miglioramento rispetto a un anno fa. Mancano per ora i campionamenti dei pozzi nell’area più contaminata.
di Gabriella Congedo
CASALGUIDI (Pt) – È leggermente migliorato, rispetto a un anno fa, il livello di concentrazione di Cloruro di vinile nei pozzi privati a Casalguidi, nel comune di Serravalle Pistoiese. Un miglioramento che però non modifica lo stato di contaminazione dell’area.
Lo comunica ARPAT che ha svolto una nuova campagna di indagine sui pozzi nella zona di via del Redolone, programmata da tempo per tenere sotto controllo l’evoluzione della zona contaminata e poter quindi confermare o correggere l’area da sottoporre a restrizioni (ordinanze di divieto di utilizzo dell’acqua dei pozzi).
I campionamenti sono stati eseguiti tra dicembre 2019 e gennaio 2020. Finora hanno interessato 23 pozzi, di cui 17 collocati lungo il perimetro dell’area contaminata e 6 all’interno (vedi mappa).
ARPAT informa che mancano ancora i campionamenti, già programmati, dei pozzi all’interno dell’area più contaminata. Per farli si sta cercando un modo sicuro per raccogliere e smaltire le acque di spurgo contaminate.
La contaminazione della falda sotterranea a Casalguidi, nella zona di via del Redolone, è nota da tempo. “I dati analitici precedenti disponibili – scriveva Arpat qualche mese fa – mostrano questa contaminazione da Cloruro di Vinile già ampiamente sviluppata nel 2010 e l’andamento dei rapporti tra Cloruro di Vinile (CV) e il suo precursore dicloroetilene (DCE) porta a collocare l’inizio della contaminazione almeno un decennio prima”.
Nel dicembre 2018 Arpat aveva incominciato ad analizzare i pozzi della zona e a circoscrivere l’area contaminata per poter arrivare a disegnare una mappa definitiva. E adesso questa nuova campagna di indagine dalla quale, come informa l’agenzia regionale, “emerge una leggera diminuzione della concentrazione del parametro Cloruro di Vinile Monomero, miglioramento che comunque non modifica lo stato di contaminazione dell’area”.
Per un aggiornamento della mappa di diffusione della contaminazione bisognerà invece aspettare che siano disponibili tutti i risultati analitici, compresi quelli dei pozzi all’interno dell’area più contaminata.
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