In questi anni il Centro è riuscito a guadagnarsi stima e autorevolezza in Italia e all’estero. E casi studio come quello sulle capsule del caffè hanno fatto il giro del mondo.
di Gabriella Congedo
CAPANNORI (Lu) – Ieri al Parco Scientifico di Capannori si è festeggiato – con un incontro pubblico – un compleanno speciale: quello del Centro di Ricerca Rifiuti Zero, che ha compiuto 10 anni. Un progetto ispirato e guidato da Rossano Ercolini, che il comune di Capannori ha appoggiato fin dall’inizio.
Dieci anni sono un buon periodo per fare un bilancio. Grazie alla determinazione del suo direttore e al lavoro di squadra di molti volontari il Centro di Ricerca è riuscito a guadagnarsi stima e autorevolezza nel campo della sostenibilità ambientale in Italia e all’estero. E il comune di Capannori, primo in Italia ad aver approvato la delibera Rifiuti Zero, è diventato un esempio di come si possa fare una corretta gestione dei rifiuti con il coinvolgimento della comunità e delle imprese.
Tra le numerose attività del Centro c’è l’analisi dei rifiuti indifferenziati prodotti dai cittadini di Capannori attraverso controlli a campione, il monitoraggio dei Comuni italiani Rifiuti Zero (che adesso sono 305), corsi di formazione per adulti e per i ragazzi delle scuole. Molte televisioni – dalla RAI alla TV pubblica tedesca, francese, spagnola, svizzera – radio (tedesca, svedese) e testate stampa hanno promosso servizi e documentari su quello che si fa qui a Capannori. Casi studio come quello sulle capsule del caffè hanno fatto letteralmente il giro del mondo attirando delegazioni da paesi come Nuova Zelanda, Corea, Brasile, Polonia, Cile, Cina, Giappone, USA.
All’incontro organizzato per i 10 anni hanno partecipato le aziende “amiche” che collaborano con il Centro nella ricerca di alternative all’usa e getta come Q-Flex (azienda italo-francese premiata a Washingthon dal National Geographic per il suo “vetro liquido” in alternativa ai film plastici negli imballaggi per alimenti), Ecolsystem che fa cordoli protettivi per piste ciclabili dallo scarto di pulper delle cartiere di Lucca e da plastiche “seconda vita”e Funghi Espresso che produce funghi e compost dai fondi di caffè.
Questa è stata anche l’occasione per lanciare la Zero Waste Academy che, spiega una nota del Centro, sarà la prima in Italia e coinvolgerà docenti dai contesti nazionali e internazionali.
Molte sfide attendono attendono ancora il Centro di Ricerca, a cominciare dal problema degli imballaggi plastici e della sostituzione dell’usa e getta con prodotti riutilizzabili e compostabili. “Così come in politica, è il tempo di smettere di generare conflitti e dedicarci a trovare le soluzioni” ha detto Ercolini. Per lui e i suoi collaboratori la consapevolezza che la strada è quella giusta – e i risultati infatti ci sono – ma c’è ancora molto lavoro da fare.
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