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Tav Firenze, Fattori (Sì): “Terre di scavo come rifiuti? Smaltimento aumenterà impatti”

Sottoattraversamento TAV
Interrogazione di Sì-Toscana a Sinistra per sapere se è ufficialmente confermato che le terre prodotte dalla fresa per lo scavo dei tunnel dell’Alta Velocità saranno trattate come rifiuti.

 

FIRENZE – Continuano le udienze del processo TAV relativo all’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia sul progetto di stazione sotterranea e doppio tunnel per l’Alta Velocità a Firenze.
Durante la sua deposizione, secondo quanto riferisce il Comitato No Tunnel Tav, il presidente della Regione Enrico Rossi avrebbe attribuito a Federico Gentile, amministratore delegato di RFI (Rete Ferroviaria Italiana) la scelta di smaltire le terre prodotte dalla fresa per lo scavo dei tunnel come rifiuti.

Un cambio di prospettiva non da poco visto che le terre, a quanto si sapeva, dovevano essere stoccate nell’ex cava di Santa Barbara a Cavriglia. Adesso il gruppo consiliare Sì – Toscana a Sinistra vuol vederci chiaro e ha presentato un’interrogazione alla Giunta regionale, dove si chiede conferma ufficiale di questa novità e se siano già state verificate le implicazioni e il relativo impatto, sia in termini economici che di inquinamento.

Alla luce di questi cambiamenti si chiede anche se sia stato preso in considerazione che il progetto, la cui approvazione si basa sul presupposto del trasporto via ferro delle terre di scavo, richiederebbe necessariamente una nuova Valutazione di Impatto Ambientale e dunque andrebbe modificato.

“La classificazione delle terre come rifiuti – dichiara il capogruppo Tommaso Fattori – implicherebbe un trattamento particolare, con costi assai superiori rispetto alla scelta di stoccare le terre nell’ex cava di Santa Barbara a Cavriglia. Per non dire dell’inquinamento, dato che le terre verrebbero spostate su gomma anziché via ferrovia, come invece previsto nel progetto approvato in Conferenza di servizi nel lontano 1999. Si tratta di un milione di metri cubi di terra, con un aumento notevole dell’inquinamento nell’area urbana fiorentina e nei territori che verrebbero attraversati da migliaia di camion. E’ un ulteriore elemento che si aggiunge al costante aumento dei tempi e dei costi per realizzare questa pericolosa opera faraonica, che metterà a rischio la stabilità di una parte degli edifici della città”.

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