La protesta ieri sera contro il progetto della nuova pista, “un incubo sociale e ambientale, devastante per il territorio e nocivo per la salute dei cittadini”.
di Gabriella Congedo
FIRENZE – Distesi per terra come morti, hanno esposto cartelli con scritto Tra inceneritori e aeroporti ci volete morti, Non vogliamo l’ampliamento della pista, Meno aeroporti più parchi. Ieri sera verso le 20 attivisti di Fridays For Future Firenze e Assemblea per la Piana contro la nocività hanno dato vita a un flash mob nella hall dell’aeroporto di Peretola per dire “Stop” all’ampliamento.
Un orario non casuale, spiegano. A partire dal quale i voli dovrebbero essere interrotti per proteggere il sonno e la salute dei residenti. La richiesta che viene fatta è dunque di aumentare le fasce orarie di tutela e interrompere i voli di notte, la sera e all’alba.
Ma la protesta di Fridays For Future è rivolta soprattutto contro il progetto di una nuova pista dell’aeroporto, incompatibile a loro dire con la necessità di fermare le emissioni climalteranti a livello planetario, superare l’economia fossile e avviare la transizione ecologica.
“Se la pista venisse costruita – dichiarano – il territorio sarebbe devastato a livello ecologico, per non parlare della salute dei cittadini”. E snocciolano le cifre: una nuova pista di 2.400 metri per arrivare a oltre 50.000 voli e 5 milioni di passeggeri l’anno. Un volo ogni 7 minuti circa per 17 ore di esercizio aeroportuale tutti i giorni dell’anno, feste comprese.Un incubo sociale e ambientale, spiegano, che i poteri forti spacciano con la solita narrazione dello “sviluppo” e delle sue “opportunità”.
La nuova pista cancellerebbe il parco della Piana come elemento di protezione e rigenerazione ambientale, farebbe aumentare di conseguenza anche il traffico automobilistico e avrebbe un impatto devastante sull’assetto idrico del territorio. In senso più ampio sarebbe “un tassello fondamentale di un progetto di città dove la rendita immobiliare e l’economia delle merci di lusso continuano a spartirsi il goloso piatto del centro-vetrina ormai sottratto agli abitanti”.
E in vista dell’udienza del Consiglio di Stato di fine novembre che deciderà sui ricorsi, comitati e realtà di base promettono di proseguire con la mobilitazione.
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