Primo impegno, attivare un tavolo di confronto permanente per raggiungere l’obiettivo “glifosate free” entro il 2021. Ci saranno premi e incentivi per le aziende virtuose.
Ridurre l’uso del glifosate e promuovere la sostenibilità ambientale. Una settimana dopo l’annuncio che la Toscana sarà “Glifosate free” entro la fine del 2021, ieri la Regione ha firmato un protocollo d’intesa con il Distretto rurale Vivaistico ornamentale e l‘Associazione Vivaisti Italiani. L’obiettivo, spiega una nota, “introdurre buone pratiche nelle coltivazioni vivaistiche per contribuire alla massima riduzione nell’uso di prodotti fitosanitari, in particolare glifosate, e lavorare per un ambiente più sostenibile”.
Nel protocollo sono fissati alcuni impegni per entrambe le parti. Il primo è quello di attivare una collaborazione stabile attraverso un tavolo di confronto, coordinato dalla Regione, per “condividere il quadro conoscitivo, individuare le azioni da adottare per il raggiungimento degli obiettivi del protocollo e predisporre buone pratiche nelle coltivazioni vivaistiche”.
Gli impegni presi dalla Regione: individuare fondi europei specifici nella programmazione 2021–2028; valutare la possibilità di finanziare ulteriori attività di controllo delle acque da parte di Arpat; definire le “buone pratiche ambientali e agronomiche nell’uso dei fitofarmaci per ridurne l’impatto sulle acque superficiali e sotterranee”. La Regione si impegna poi ad aiutare le aziende nell’ottenimento delle certificazioni ambientali e a introdurre premi e incentivi per le più virtuose.
Gli impegni dei vivaisti: partecipare al tavolo di confronto con nuove soluzioni per raggiungere gli obiettivi eco-sostenibili fissati dal protocollo; promuovere queste soluzioni presso le aziende aderenti, stilando anche un disciplinare tecnico sulle buone pratiche nelle coltivazioni vivaistiche che permetta di migliorare i parametri ambientali, in particolare per la tutela delle acque e la loro corretta gestione; organizzare momenti formativi per le aziende aderenti sulle buone pratiche nelle coltivazioni vivaistiche; attivare le procedure per le certificazioni ambientali EMAS e/o ISO14001 per il distretto e le singole aziende.
“Con gli imprenditori del comparto vivaistico– è stato il commento di Enrico Rossi – dopo aver fissato una data sulla questione glifosate, dicembre 2021, e aver imposto vincoli dove la legge ce lo consente, puntiamo a fare un marchio “glifosate free”, una scommessa anche in termini di competitività perché negli ultimi tempi è avvenuto un cambiamento di mentalità nella cultura delle persone: vinceranno quelle imprese che riusciranno a produrre senza inquinare e che sapranno liberarsi da una chimica che crea problemi. E siccome qua abbiamo i migliori imprenditori nel settore del vivaismo, arriveranno sicuramente primi”.
Ma a questo punto Rossi non risparmia una stoccata agli ambientalisti: “Non bisogna dimenticare che il comparto vivaistico contribuisce alla riduzione della Co2. All’ambientalismo talvolta esasperato e isterico facciamo presente e diciamo che tutte queste piante, oltre a essere una cifra di qualità, rappresentano un contributo importante per la riduzione dell’anidride carbonica, in linea con la nostra strategia Toscana carbon neutral”.
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