Ieri la quattordicesima balla di plastica è stata ripescata dalla Guardia Costiera ma sui fondali marini ce ne sono altre 40. Le operazioni di bonifica sono iniziate il 14 ottobre.
di Marcello Bartoli
FOLLONICA (Gr) – Ieri la quattordicesima balla di plastica è stata pescata nel mare davanti a Follonica. Altre 40 ce ne sono da portare su, per un totale di 63 mila chili di plastica che giace sui fondali marini.
Le 56 ecoballe cadute quattro anni fa nel canale di Piombino altro non sono che spazzatura pressata da usare come combustibile per alimentare termovalorizzatori. Erano state disperse in mare nel luglio 2015 da un cargo diretto nel Mar Nero, ma il fatto allora non era stato denunciato. Poi alcuni blocchi di rifiuti hanno incominciato a venire a galla alla spicciolata e allora ci si è resi conto del pericolo.
A luglio di quest’anno finalmente è stato nominato un commissario straordinario per affrontare l’emergenza, l’ammiraglio Aurelio Caligiore. Una volta concluso l’iter delle autorizzazioni e circoscritta l’area di ricerca il 14 ottobre sono partite le operazioni di recupero, condotte dal Nucleo subacqueo della Guardia costiera di Genova.
Per fortuna è stata abbandonata l’ipotesi di rimandare tutto a primavera, come in un primo momento era sembrato probabile. Troppo alto il rischio che le ecoballe si trasformino in spazzatura marina. Ma le condizioni meteo, ora che si va verso l’inverno, non faciliteranno le operazioni di bonifica e dunque sarà una corsa contro il tempo.
I monitoraggi periodici escludono rischi imminenti di inquinamento ambientale, ma quello che preoccupa è il deterioramento degli imballaggi che tengono insieme le 63 tonnellate di rifiuti. Un robot a comando remoto le sta filmando per valutare il rischio di dispersione dei materiali, soprattutto plastiche, una vera bomba ecologica per l’ecosistema marino a due passi dal Santuario dei Cetacei.
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