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Frutta e verdura stressati dal clima, non solo effetti negativi

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Stress di lieve entità possono anche migliorare quantità e qualità dei prodotti grazie all’attivazione di meccanismi di difesa. Lo dimostra una ricerca della Sant’Anna.

 

PISA – Se gli stress climatici in generale riducono le prestazioni e la resa delle colture, una ricerca ha dimostrato anche che stress di lieve entità possono avere effetti positivi sulla qualità dei prodotti. Questo grazie all’attivazione di meccanismi di difesa che inducono l’accumulo di molecole bioattive. Proprio agli effetti negativi e positivi degli stress climatici sulla produzione di frutta, ortaggi e sulla crescita dei fiori è dedicato un numero speciale della rivista scientifica internazionale open access Horticulturae, il cui coordinamento editoriale è stato affidato a Luca Sebastiani e ad Alessandra Francini, rispettivamente direttore e tecnico dell’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna.

Quando gli stress climatici sono di lieve entità – sottolinea Alessandra Francini – si possono registrare anche effetti positivi sulla concentrazione di molecole bioattive, di natura antiossidante. Queste sostanze sono in grado di migliorare le prestazioni post-raccolta e la qualità nutrizionale dei prodotti. Lo dimostra il caso della migliore conservazione del peperone irrigato con acqua moderatamente salina, come riportato in uno degli articoli dello speciale. Un fenomeno già noto per altre specie, per esempio l’olivo, di cui si parla in una recente pubblicazione del nostro Istituto”.

“Alla luce dei cambiamenti climatici in atto – commenta Luca Sebastiani – gli effetti degli stress, causati da carenze o da eccessi idrici, da salinità e da temperature non ottimali, sono costantemente studiati dalla comunità scientifica internazionale applicando approcci multidisciplinari. Lo scopo è comprendere le risposte a questi stress di colture importanti per gli imprenditori agricoli, le loro capacità di adattamento e le soluzioni agronomiche utili ad alleviare gli effetti negativi preservando la produttività o addirittura migliorando la qualità”.

Fonte: Scuola Superiore Sant’Anna

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