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Piano regionale cave, i comitati: “Autorizzata la distruzione della montagna”

Cave Apuane
“47 milioni di metri cubi per le Alpi Apuane e 30 milioni per la Val di Cornia. Quantità enormi che non tengono minimamente conto della fragilità ambientale dei territori”.

 

Il Piano Regionale Cave è stato adottato il 31 luglio e due giorni fa, il 22 ottobre, sono scaduti i termini per presentare le osservazioni.
Sul nuovo strumento di pianificazione territoriale, che non piace affatto agli ambientalisti, promettono battaglia Salviamo le Apuane e la Rete dei comitati per la difesa del territorio. “Ci rifiutiamo – dichiarano in una nota – di contribuire al finto gioco della partecipazione messo in moto dalla Regione Toscana, pertanto dopo troppi anni di tentativi di dialogo ci troviamo costretti a fare scelte che avremmo voluto evitare”.

“Il nuovo Piano Cave della Regione Toscana è una vera e propria dichiarazione di guerra ai territori – afferma il presidente Eros Tetti – Prevede la distruzione di alcuni dei territori più fragili della regione, dalle Alpi Apuane alla Val di Cornia. Dopo anni di dialogo, dibattito, osservazioni e denunce fatte e completamente inascoltate. Ci troviamo oggi a prendere atto che la Regione Toscana è ormai troppo lontana dai cittadini e dai territori per accogliere le loro istanze e dà spazio solo alle lobby affaristiche che ci stanno portando allo sfascio più completo”
Tetti annuncia una grande mobilitazione su scala regionale, “così le osservazioni le consegneremo direttamente a mano, per dimostrare la ferma opposizione a questi progetti scellerati”.

“Il Piano regionale cave – prosegue la nota – prevede 47 milioni di metri cubi di montagna da distruggere per le Alpi Apuane e 30 milioni di metri cubi di colline per la Val di Cornia. Quantità enormi, non tenendo minimamente conto della fragilità ambientale dei territori, delle falde acquifere (risorsa primaria), della crisi climatica in atto e nemmeno della possibilità di una riconversione economica dei siti di escavazione transitando verso economie adeguate con le peculiarità di queste aree. Dopo anni che presentiamo osservazioni ai vari piani, concessioni e simili siamo oggi a constatare il fallimento e l’arroccamento della politica, tutta, verso un unico valore, il profitto di pochi a scapito di un disastro per tutti”.

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