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Verdi Firenze: il nuovo centro sportivo della Fiorentina è un errore

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Il progetto di Bagno a Ripoli andrà a cancellare una delle ultime aree rurali residue nella zona periurbana est di Firenze. Non si tratta di una zona a rischio degrado da “riqualificare”.

 

di Verdi Firenze

Una decina di campi sportivi, di cui due con tribune coperte, una piscina, una palestra, un campus, per un totale di 25 ettari dedicati a quello che dovrebbe diventare uno dei più grandi centri sportivi italiani. L’annuncio della ACF è stato accolto con entusiasmo da tifosi e amministatori.

Ma nessuno parla del fatto che il progetto del nuovo centro sportivo della Fiorentina a Bagno a Ripoli andrà a cancellare una delle ultime aree rurali residue nella zona periurbana est di Firenze, un’area che mantiene ancora dal punto di vista storico e paesaggistico degli aspetti caratteristici della pianura agricola perifluviale con mosaici di coltivi e incolti, siepi e boschetti, ville storiche, aspetti ormai quasi del tutto scomparsi nella periferia fiorentina a causa dei rapidi processi di consumo di suolo e di “valorizzazione del territorio”.

Non a caso il Piano di Indirizzo Territoriale della Toscana (PIT) individua quest’area come un importante elemento ecologico essendo una delle poche area agricole di pianura rimaste nella zona. Per questo il PIT la identifica come area critica da conservare, bene paesaggistico vincolato, ma soprattutto una delle ultime aree di pianura ove il mantenimento di una continuità ecologica tra il paesaggio collinare, la pianura e il fiume Arno costituisce un elemento di grande valore paesaggistico.

Contrariamente a quanto riportato da alcuni giornali, non si tratta di una zona a rischio degrado da “riqualificare”, bensì di un territorio rurale in grado di fornire importanti “servizi” alla città, alle sue comunità e alle sue attività economiche. Si pensi alla mitigazione dei cambiamenti climatici, alla qualità di un paesaggio a fini turistici, alla mitigazione del rischio idraulico, alla qualità dell’aria e della vita dei cittadini.

Negli ultimi mesi vediamo amministratori e imprenditori sempre più predisposti, a parole, a ridurre l’impatto delle nostre città e a favorire soluzioni che non prevedono consumo di suolo. Nei fatti però un approccio ecologista allo sviluppo delle città sembra ancora molto lontano. Anche nel caso del centro sportivo della Fiorentina è difficile capire perché non si possano trovare altre soluzioni per un progetto di questo tipo, soluzioni che vadano davvero a ripristinare aree già artificializzate del comprensorio fiorentino, o a meglio utilizzare aree già destinate a tali funzioni piuttosto che andare a urbanizzare e cementificare aree verdi residue. L’area di Bagno a Ripoli appare anche abbastanza incomprensibile nel momento in cui la società viola sembra orientata a costruire un nuovo stadio in una zona a nord ovest della Città metropolitana di Firenze.

Siamo in un periodo di grandi cambiamenti climatici e di enormi problemi ambientali, che incidono direttamente sulla qualità della vita dei cittadini, soprattutto nelle città, dove occorre invertire l’approccio ai problemi: ogni residuale area rurale attorno alle città non deve essere considerata come terreno di conquista per nuove infrastrutture ma come bene comune da preservare individuando soluzioni nuove nel migliore utilizzo delle aree già trasformate e urbanizzate.

Chiediamo al Comune di Bagno a Ripoli di invertire la rotta e non approvare varianti al Piano Strutturale che andrebbero a cancellare dei valori del territorio che non torneranno mai più. Chiediamo nello stesso tempo alla Regione e alla Soprintendenza di perseguire gli importanti obiettivi individuati in questa direzione dal PIT e dalla stessa normativa urbanistica regionale, opponendosi a un ulteriore consumo di suolo nelle periferie delle nostre città, e in particolare alla trasformazione di 25 ettari di territorio rurale come previsto per il nuovo centro sportivo a Bagno a Ripoli.

Nello stesso tempo chiediamo a tutti i Comuni dell’area metropolitana fiorentina di individuare aree più idonee a un progetto di centro sportivo della Fiorentina, che non vogliamo sia cancellato bensì localizzato in luogo più adeguato. Quella dei Verdi è forse una voce fuori dal coro, ma riteniamo che la voce ‘stonata’ sia non la nostra ma quella di chi dichiara una cosa (consumo zero del territorio) e poi ne fa un’altra.

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