Rischio estinzione per molte specie: è quanto emerge dal primo censimento critico degli alberi e arbusti della Toscana curato da Francesco Roma-Marzio dell’Università di Pisa.
PISA – Le specie legnose in Toscana sono 423, di cui 263 native e 160 esotiche. Sono alcuni dei numeri che emergono dal primo censimento critico degli alberi e arbusti nella nostra regione realizzato da Francesco Roma-Marzio dell’Orto e Museo Botanico dell’Università di Pisa. La ricerca, premiata dalla Società Botanica Italiana e pubblicata in un numero speciale della rivista Phytotaxa, è stata condotta sotto la guida di Gianni Bedini e Lorenzo Peruzzi del Dipartimento di Biologia dell’Ateneo pisano.
“In linea generale, a livello regionale, il numero di specie legnose native toscane è piuttosto alto. Infatti più della metà delle specie presenti sul territorio nazionale sono presenti anche nella nostra regione” spiega Francesco Roma-Marzio.
L’elenco degli alberi e arbusti toscani, in costante aggiornamento e con un dettaglio provinciale, è consultabile on line. Si scopre così ad esempio che la provincia di Grosseto è quella con il maggior numero di specie native accertate, 181 in tutto, mentre per quanto riguarda le esotiche la provincia di Livorno, con ben 104 specie, risulta quella maggiormente a rischio. Siena, con 25 specie, è la provincia con il numero di più basso.
Ma oltre ai numeri, il lavoro di Francesco Roma-Marzio ha messo in evidenza anche quali sono le piante più a rischio estinzione. Fra queste le due uniche specie legnose endemiche della regione, che crescono cioè esclusivamente in Toscana e precisamente sulle Alpi Apuane: si tratta del ranno delle Apuane (Atadinus glaucophyllus) e del salice delle Apuane (Salix crataegifolia), in pericolo soprattutto per lo sfruttamento eccessivo delle cave di marmo.
“Fra le specie più vulnerabili c’è anche il cisto laurino (Cistus laurifolius) – racconta Francesco Roma-Marzio – diffuso lungo le coste del Mediterraneo dal Portogallo al Mar Nero, ma che in Italia cresce esclusivamente in Toscana nei pressi di Santa Brigida in provincia di Firenze. In questo caso la vulnerabilità è causata principalmente dai rimboschimenti con conifere che vanno a modificare l’habitat preferenziale della specie e, in secondo luogo, dalla presenza di specie esotiche invasive”.
La minaccia delle specie esotiche nei confronti della biodiversità regionale è infatti uno dei problemi evidenziati dalla ricerca e in questo caso il pericolo riguarda principalmente le aree costiere e planiziali e le isole dell’Arcipelago.
“In queste aree l’invasione di specie aliene come l’ailanto (Ailanthus altissima), la robinia (Robinia pseudoacacia) o l’agave americana (Agave americana) provoca un’omogeneizzazione del paesaggio vegetale – conclude lo studioso – e lo stesso è accaduto in alcuni tratti di costa sabbiosa all’interno del Parco Regionale di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli completamente invasi dalla jucca del Canadà (Yucca gloriosa), che ha tolto spazio alle specie che vivono in questo particolare ambiente”.
Fonte: Università di Pisa
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