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A Montelupo non si dorme, il sindaco vieta spari anti-cinghiali dopo le 21

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L’intervento con un’ordinanza urgente dopo le proteste dei residenti. Alcuni agricoltori usano i cannoncini anti cinghiali per proteggere vigne e campi di granturco.

 

MONTELUPO (Fi) – A Montelupo da qualche tempo non si dorme più. A lamentarsi è soprattutto chi abita nelle zone rurali o in quelle più prossime alla campagna. E nella bella stagione – come quella in cui ci troviamo – è ancora peggio. La causa sono gli spari nella notte con cadenza ravvicinata, talmente frequenti che alcuni cittadini hanno presentato una segnalazione al Comune.
Si tratta di dissuasori, cannoni anti cinghiali utilizzati da alcuni agricoltori per proteggere vigne e campi di granturco dagli ungulati. I rumori, già fastidiosi di giorno, diventano un problema serio di notte per chi abita vicino; anche perché il suono ha decibel elevati.

Il Comune ha cercato la maniera di intervenire visto che non esistono norme, leggi o regolamenti regionali e nazionali che regolino l’uso di queste attrezzature. Ma in attesa di regolamentare meglio la situazione, per tutelare la quiete pubblica il sindaco ha pubblicato un’ordinanza urgente che ne disciplina l’uso.

Il punto principale è che da ora in poi è vietato usare i cannoni anti-cinghiali dopo le 21. Il loro uso è consentito dalle 8 alle 21 ma nel rispetto di alcuni criteri: il cannone deve stare il più possibile lontano dalle abitazioni (comunque a non meno di 100 metri) e con la bocca di sparo non orientata verso di esse; tra le 8 e le 13 e le 15 e le 21: cadenza di sparo massima ogni 3 minuti; dalle 13 alle 15: cadenza di sparo massima ogni 6 minuti.
E ovviamente saranno effettuati controlli e multati i trasgressori.

«Il territorio di Montelupo è intensamente abitato – afferma il sindaco Paolo Masetti – e non si può permettere il ricorso a dissuasori sonori in modo indiscriminato, con il rischio anche di nuocere ad altre specie animali; i cittadini poi devono essere tutelati e hanno ragione a presentare le loro rimostranze. Credo che la soluzione adottata sia un giusto compromesso per tutelare comunque le coltivazioni e la quiete pubblica».

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