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All’Orto Botanico arriva il capodoglio di tetrapak testimonial contro la plastica 

Edoardo Malagigi con i cartoni di tetrapak utilizzati per il rivestimento del cetaceo. (foto Arpat)
Edoardo Malagigi con i cartoni di tetrapak utilizzati per il rivestimento del cetaceo. (foto Arpat)
Venerdì 6 settembre l’inaugurazione. L’opera di Edoardo Malagigi riproduce un cetaceo a grandezza naturale, per costruirla sono stati recuperati 2.220 cartoni di tetrapak usati.

 

FIRENZE – Un testimonial d’eccezione contro l’inquinamento da plastica dei nostri mari arriva all’Orto Botanico di Firenze. E’ il Capodoglio Giovanni, un’installazione artistica che riproduce a grandezza naturale il cetaceo. L’ha realizzato Edoardo Malagigi, che ha insegnato per 40 anni all’Accademia di Belle Arti e da tempo esegue opere d’arte servendosi come materia prima dei rifiuti.

Per Il Capodoglio Giovanni Malagigi ha usatoaiutato da un gruppo di volontari, 2.220 cartoni usati di tetrapak, i diffusissimi contenitori di latte e bevande. Da ciascun contenitore sono state ricavate due “ondine” disposte poi come tegole su un tetto a formare la pelle del cetaceo. Di queste ondine ne sono occorse più di 5.000. In questo modo, quando l’opera sarà esposta all’aperto, la pioggia potrà scorrere sulla “pelle” del capodoglio senza danneggiarlo,

L’installazione sarà inaugurata venerdì 6 settembre (ore 16 – Aula Magna dell’Università di Firenze, piazza San Marco, 4, saluti istituzionali e illustrazione del progetto; a seguire alle 18 presso l’Orto Botanico, ingresso via La Pira 8, inaugurazione del Capodoglio Giovanni alla presenza dell’artista). L’opera rimarrà esposta fino al 6 ottobre.

L’opera. L’installazione rappresenta un capodoglio che vive realmente nel Santuario Pelagos, area marina protetta nel Mediterraneo settentrionale. “Giovanni” è stato individuato per la prima volta nel 2016 dall’Istituto di ricerca Tethys, che da trent’anni fa ricerca e ha visto il progressivo inquinamento da plastica nei mari. Per eseguirlo sono stati recuperati, grazie al contributo del Gruppo Hera, 2.220 cartoni di tetrapak usati dai quali sono stati ricavati circa 4.500 elementi da assemblare per ricostruire la superficie esterna dell’animale.
L’opera – ben 12 metri di lunghezza – avrà un impatto molto forte, in modo da rendere la drammaticità del problema ambientale e sensibilizzare le coscienze. Il tetrapak è un poliaccoppiato formato da tre diversi elementi: carta, plastica e alluminio. La carta è facilmente riciclabile mentre la plastica e l’alluminio attaccati richiedono processi di smaltimento complessi e costosi.

Il progetto Whale Hub e “Valore Museo”. Realizzato in collaborazione con l’associazione CUT | Circuito Urbano Temporaneo e con il contributo di Fondazione CR Firenze Il Capodoglio Giovanni, a cura di Valeria D’Ambrosio e Stefania Rinaldi, rappresenta la fase conclusiva di Whale HUB, progetto di audience development e new media strategies sviluppato per il Museo di Geologia e Paleontologia dell’Università di Firenze e incentrato sulla Sala della Balena.

Il progetto Whale Hub è nato grazie a “Valore Museo” – programma promosso da Fondazione CR Firenze che ha finanziato una borsa di studio assegnata a Valeria D’Ambrosio. Whale HUB ha cercato di avvicinare nuovi pubblici alla conoscenza scientifica veicolata attraverso l’arte contemporanea attivando strategie di partecipazione attiva del pubblico che hanno coinvolto artisti e giovani creativi.

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