Il documento ha visto la luce oggi, ma restano molte incognite sui contenuti. Proprio ieri a Montecitorio la conferenza stampa delle associazioni ambientaliste.
di Gabriella Congedo
Il Piano d’azione per l’uso sostenibile dei fitofarmaci (PAN) è stato finalmente pubblicato oggi 31 luglio, proprio all’indomani della conferenza stampa indetta a Montecitorio dalle molte associazioni impegnate su agroecologia e sviluppo sostenibile,
Il precedente PAN era scaduto il 12 febbraio. Da tempo il nuovo Piano avrebbe dovuto essere sottoposto a consultazione pubblica ma, sebbene i ministeri dell’Ambiente e della Salute si fossero già espressi favorevolmente al testo proposto dal Comitato tecnico-scientifico appositamente costituito, il documento è rimasto per mesi bloccato nelle stanze del ministero dell’Agricoltura.
Un vero e proprio insabbiamento, a detta di diverse organizzazioni, probabilmente motivato dai contenuti del testo che dovrebbe prevedere regole più severe per l’uso dei pesticidi, fissando distanze di sicurezza dalle abitazioni, dalle scuole e dalle altre aree pubbliche, nonché limitazioni all’uso delle sostanze chimiche tossiche e nocive all’interno delle aree naturali protette e dei siti della rete Natura 2000. “Misure che probabilmente – dichiarano i promotori della conferenza stampa a Montecitorio – non sono gradite all’industria dell’agrochimica e alle associazioni agricole, di cui questo Governo è stato spesso fedele sostenitore”.
In attesa di conoscere il testo, la speranza è che corrisponda alle attese di chi si è tanto battuto in questi mesi. Per il WWF e le associazioni (Lipu, Legambiente e ISDE) che partecipano alla campagna Cambia la Terra, promossa da Federbio, sono necessarie modifiche sostanziali rispetto al vecchio PAN.
In particolare il nuovo PAN Pesticidi dovrebbe indicare con priorità i seguenti obiettivi:
- Ridurre i rischi di contaminazione per i residenti nelle aree rurali e gli agricoltori fissando distanze minime di sicurezza dalle abitazioni e dalle coltivazioni biologiche.
- Nei siti Natura 2000 e nelle altre aree naturali protette dev’essere vietato l’uso di pesticidi pericolosi per gli habitat e le specie selvatiche.
- Adottare tecniche biologiche per la manutenzione delle aree non agricole (rete viaria, ferroviaria) con particolare attenzione al verde pubblico e agli spazi utilizzati dalla popolazione delle città.
- Prevedere il divieto totale del glifosate in Italia entro il 2022, escludendo qualsiasi ipotesi di rinnovo dell’autorizzazione concessa per cinque anni dall’Unione Europea il 27 novembre 2017.
- Definire criteri più rigorosi per la concessione delle deroghe per l’uso di pesticidi di norma vietati a causa della loro pericolosità per la salute umana e per gli ecosistemi.
- Rafforzare i sistemi di monitoraggio e controllo.
Infine, le associazioni ambientaliste vogliono che il nuovo PAN Pesticidi indichi con chiarezza l’obiettivo del 40% della Superficie Agricola Utilizzata nazionale (SAU) condotta con il metodo biologico entro il 2030.
Se il documento finalmente “scongelato” dalle stanze ministeriali corrisponderà alle attese, comunque, lo vedremo presto.
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