Un progetto di permacultura urbana che in quattro anni ha trasformato un “non luogo” in un’oasi di verde. Ed è soltanto l’inizio.
di Dario Boldrini
Ci sono piazze che conservano la propria identità storica e il loro splendore per l’architettura che le caratterizza, altre invece sono soltanto “vuoti urbani” da attraversare o da girare in auto lungo il perimetro come fossero grandi rotonde stradali. E’ raro trovare una piazza in cui vi sia armonia fra architetture, alberature, arredi e servizi per il cittadino. Assistiamo alla loro trasformazione da fulcri di socialità e scambio a spazi funzionali adibiti a parcheggio oppure aree pedonali per ampi dehors di bar e ristoranti.
Certo l’ambiente naturale in città, un tempo almeno ritagliato in certe aiuole e alberature nelle piazze, si è sempre più limitato se non in molti casi scomparso del tutto lasciando il posto a pavimentazioni, costruzioni, parcheggi interrati.
A Firenze, nel corso del 2014, Unicoop – Fi ha creduto in un progetto di permacultura urbana attraverso la rigenerazione di un’area verde pubblica adiacente a piazza Leopoldo e al prospetto del supermercato. Ho curato personalmente sia la fase preliminare di partecipazione dei cittadini e dei soci del quartiere 5, sia lo sviluppo del progetto proposto fino alla costante manutenzione e gestione. Il primo e ineguagliabile progettista però è stato il tempo, che ha permesso alla mescolanza di specie botaniche messe a dimora di crescere, integrarsi, disegnare quel Terzo paesaggio a cui si ispira il luogo.
Il Terzo Paesaggio è l’insieme dei luoghi non vissuti dall’uomo che variano da aree industriali dismesse fino al centro di un’aiuola incolta, spazi diversi per forma e dimensione accomunati solo dall’assenza dell’attività umana. In questi luoghi vi è un potenziale ecologico dato dall’aumento della diversità botanica tramite l’incessante opera di Madre Terra. E così, alcune aiuole ricoperte da una monocoltura di prato secco, con panchine in pieno sole, diventano un giardino pensile con oltre 120 specie botaniche, 2 spirali di aromatiche, 10 alberi da frutto, un filare di vite, uno di mirto e rosmarino… e poi lavande, cespugli di rose, arbusti della macchia mediterranea, alberi e un orto di essenze officinali.
L’opera di naturalizzazione del luogo è durata 6 mesi ed è stata interamente portata avanti da volontari del quartiere. Il progetto di partecipazione, che ha anticipato l’inaugurazione, ha coinvolto il Quartiere 5, il gruppo dei soci Coop, studenti dell’Istituto agrario, abitanti, praticanti del parkour, appassionati di giardini.
Di particolare rilevanza proprio la valenza sociale del progetto che attraverso la cura del verde ha dato la possibilità di educare alla gestione di un bene comune cooperando, esaltando sinergie sia tra gli elementi naturali, sia tra le risorse e le attività umane.
Attraverso la somma di piccoli modesti lavori su un pezzetto di terra in giardino si è giunti a una nuova piazza verde dove fermarsi a leggere un libro, fare merenda, lasciarsi ispirare dalle piante che vi crescono. L’ecologia sociale ha permesso perfino di accogliere 12 migranti richiedenti asilo che hanno frequentato la Terza Piazza per un corso di formazione come giardinieri e hanno lavorato alla messa a dimora, la potatura, i lavori stagionali a contatto con la terra.
Il progetto ha ospitato l’opera dell’artista Jorit che ha dipinto il più grande murales di Firenze raffigurante il volto di Nelson Mandela. La Terza Piazza oggi, dopo 4 anni, è stata definita da Legambiente “la nicchia verde” di Firenze, proprio per la caratteristica di potersi immergere in pochi metri quadrati di spazio pubblico tra cespugli di bacche, fiori, erbe aromatiche, chiome di alberi, come in un’oasi urbana.
Infatti è aumentata la fertilità del suolo, si sono ridotte le irrigazioni, sono triplicate le specie di uccelli e insetti che vivono nella piazza. Ed è soltanto l’inizio, negli anni il gelso produrrà sempre più more, i gelsomini rivestiranno le pareti di cemento perimetrali, i prati ospiteranno fiori commestibili ed erbe spontanee, le essenze aromatiche potranno essere curate, essiccate e vendute.
Dario Boldrini è nato e vive a Montespertoli (Fi). Dopo 12 anni di lavoro in uno studio di Architettura del Paesaggio di Firenze (ha progettato alcuni dei primi orti urbani) ha scelto di vivere nel podere di famiglia San Ripoli dove ha fondato l’associazione Seminaria. Un progetto che spazia dalla creazione di orti e giardini ai laboratori di orticoltura per bambini e adulti, dalle spirali di erbe aromatiche ai seminari di orti creativi.
Appassionato divulgatore, ha realizzato centinaia di servizi per il programma GEO di RAI 3 in giro per l’Italia. Il suo progetto della Terza Piazza a Firenze (Coop di piazza Leopodo) è diventato un modello di aggregazione sociale.
“Giardiniere planetario” è una qualifica ereditata da Gilles Clèment, agronomo e paesaggista francese.
www.darioboldrini.net
[…] green anche dal nostro partner Dario Boldrini di Seminaria che ha partecipato ad un’iniziativa di permacultura urbana che ha trasformato un “non luogo” in un’oasi di verde. Si tratta di un’area verde […]