Ecosistema

Tagli pinete grossetane, ricorso a Mattarella degli ambientalisti contro la Regione

Pineta
Italia Nostra, WWF Grosseto, Lega Abolizione Caccia e GUFI hanno presentato ricorso straordinario al Capo dello Stato chiedendo l’annullamento del Piano Antincendi boschivi.

 

GROSSETO – Italia Nostra, WWF Grosseto e Lega Abolizione Caccia (LAC) sezione Toscana hanno presentato un ricorso al Capo dello Stato e al ministro dell’Ambiente contro la Regione Toscana, chiedendo l’annullamento del Piano AIB (Antincendi boschivi) che devasterebbe irrimediabilmente le pinete litoranee grossetane.
Il ricorso, presentato con il sostegno del GUFI – Gruppo Unitario per le Foreste Italiane, “si è reso necessario – scrivono le associazioni in una nota congiunta – a causa della totale mancanza di disponibilità al dialogo della Regione, che ha rifiutato ogni confronto con gli esperti e le associazioni coinvolte nel Tavolo permanente per la salvaguardia delle Pinete dalla stessa Regione costituito”.

L’approvazione del Piano AIB sarebbe stata portata avanti con gravi omissioni istruttorie, comprimendo i tempi procedurali e ostacolando la partecipazione pubblica – in questi casi garantita per legge – al processo decisionale “pur di permettere alla Regione Toscana di assicurarsi i fondi comunitari e dare un rapido via libera al taglio degli alberi”.

Per fare questo, accusano le associazioni, sono stati ignorati i vincoli ambientali che ricadono sulla zona, dove vivono molte specie animali e vegetali protette, e non è stata fatta la Valutazione Ambientale Strategica (VAS); non è stata presentata l’istruttoria relativa al vincolo paesaggistico; sono stati ignorati anche i vincoli idrogeologici previsti dalla Legge Forestale regionale.
Il Piano che ne risulta costituirebbe un grave pericolo per la biodiversità delle pinete litoranee e andrebbe a danneggiare irrimediabilmente l’area protetta.

Il Piano AIB, continuano le associazioni ambientaliste, “che prevede drastici interventi di diradamento degli alberi, distruzione del sottobosco (oltre l’80%), abbattimento di tutti i pini marittimi (Pinus pinaster), la costituzione di strutture parafuoco e di viabilità e fasce di autoprotezione fortemente impattanti e addirittura l’impiego del fuoco prescritto (vale a dire acceso deliberatamente e controllato), insiste su tecniche selvi colturali superate e decisamente smentite dalla moderna letteratura scientifica”.
La prevenzione antincendio andrebbe fatta dispiegando mezzi e personale sul territorio e non tagliando ingenti quantitativi di alberi affinché non brucino; e il sottobosco verde – ben lungi dall’aumentare il rischio incendio – ridurrebbe la diffusione del fuoco, preservando l’umidità del suolo e rallentando il vento.

Il Piano sarebbe quindi “gravemente inadeguato e non è dato capire la ragione di tagli così estesi, né il destino delle tonnellate di legname che risulterebbero dai tagli”. L’ipotesi è che questa grande quantità di legname serva in realtà ad alimentare le centrali a biomasse. In una trasmissione di TV9 del 21 luglio 2015 – ricordano le associazioni – “si diceva che le pinete di Marina di Grosseto e Principina avrebbero fornito 40.000 tonnellate di legname all’anno alla Centrale a Biomasse di Val di Cornia. Le biomasse forestali sono una forma di energia altamente inquinante e non è tollerabile che il patrimonio boschivo delle aree protette venga devastato per essere bruciato in queste centrali, che peraltro beneficiano di lauti contributi statali prelevati dalle bollette elettriche dei cittadini”.

Italia Nostra, WWF Grosseto, Lega Abolizione Caccia (LAC) Toscana e il GUFI concludono che “qualunque ‘dichiarazione di emergenza climatica’ votata dalla Regione sarà solo un gesto simbolico, se si proseguirà sulla strada della distruzione del patrimonio forestale, risorsa fondamentale per attenuare efficacemente gli effetti dei cambiamenti climatici”.

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